Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <448>
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Claudia Minciolti
lettera della contessa Camilla Baglioni Oddi, nata marchesa Corsi, al maresciallo Radetzky, Verona, 16 novembre 1852), e il 20 scrive da Venezia a Vittoria, mo­strandosi ottimista sull'esito dell'azione {Parte amministrativa, B. 13, XXVI).
Si cercano altre raccomandazioni: a Roma, presso la principessa Maria Bo-naparte Valentin!, presso il principe di Liechtenstein, ma la liberazione avverrà solo ai primi di aprile 1853 {Parte amministrativa, B. 13, XXVI; Lettere per nominativi, B. 22). Sottoposto a stretta sorveglianza da parte della polizia, Nic* cola sembra poi scomparire dalla vita politica, dedito esclusivamente agli affari e alla gestione del suo patrimonio, di quello del Sodalizio di San Martino e del Collegio della Mercanzia. D'altra parte erano anni di relativa calma per tutti in Umbria: i moderati guardavano al Piemonte costituzionale e ai successi della politica cavourriana, da cui il presente sembrava ormai condizionato; i democratici apparivano indeboliti e dispersi.
Tra il 23 luglio e l'8 agosto '56 Danzetta è a Livorno, per trattare con il conte Valentin! le nozze tra la figlia di quello e Giunio Guardabassi; fermatosi a Firenze, ai reca al Gabinetto di Vieusseux {Lettere per nominativi, B. 22, let­tera di Niccolo alla moglie, 26 luglio 1856): è probabile che in questa occasione abbia avuto incontri e scambi di idee con gli esponenti del liberalismo locale. Sul finire del 1857 torna alla pubblica amministrazione della città: il 1 dicem­bre è eletto consigliere alle votazioni per il parziale rinnovo del Consiglio co­munale. Frequenti sono le sue assenze dalla città nel corso del '58 {Lettere per nominativi, B. 22). Ai primi di settembre del '58 Niccola e Raffaele Omicini si recano nella capitale piemontese per porsi in contatto con il Comitato centrale della Società Nazionale (non abbiamo assolutamente niente, nel Fondo Dan-setta, che possa testimoniare la sua espansione in Umbria; sicuramente Niccola riuscì a prendere la direzione del comitato perugino, insieme' con Zeffirino Faina, grazie soprattutto all'appoggio del suocero, Francesco Guardabassi. Sul suo sog­giorno a Torino, si vedano le lettere inviate alla moglie, il 31 agosto e 1*8, 1*11 e il 14 settembre, nella B. 22 delle Lettere per nominativi). ')
Niccola Danzetta e Francesco Guardabassi vengono messi al corrente dei voleri del Cavour e del fatto che avrebbero dovuto comunicare solo col Guai-terio a Firenze {Lettere per nominativi, B. 18, lettere di Niccola alla madre, del 6 e del 15 marzo '59). Dopo la vittoria di Magenta e la sollevazione dei Ducati, entra in azione anche Perugia; le istruzioni ed i proclami che giungono da Fi­renze fanno tulli capo al Danzetta, ma di questa sua attività il Fondo non reca traccia, fatta eccezione per una serie di manifesti e proclami del periodo {Parte amministrativa, B. 19, XVI, ce. 164-169). 2>
La notizia dell'insurrezione bolognese fu il segnale indicato dal Gualterio per la sollevazione di Perugia: il Comitato, nelle giornate del 12 e 13 giugno, sedette quasi in permanenza per decidere il momento e la maniera più opportuna per agire* Contrastanti i pareri: solo Guardabassi, Faina e Berardi, da una parte, Bruschi dall'altra, propendevano per un'immediata manifestazione contro l'auto­rità pontifìcia, su esempio di Bologna, mentre il Danzetta si era schierato con l'ala più moderata del Comitato che consigliava di temporeggiare. Solo il 14 giugno si raggiunge un accordo e una deputazione, di cui egli fa parte, si reca al palazzo delegatizio per chiedere al governo pontificio di abbandonare la posizione di
*) E v. anche R. UGOLINI, op. hit... pp. 54-56. 2) tbìdtnu pp. 107-176.