Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <452>
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Claudia Minciotti
ferina, prestando il suo aiuto come medico sanitario *. Dalla città così scrive alla madre: *... Ieri a sera giunse qui la notizia dell'uccisione del ministro Rossi in Roma; ha fatto molta impressione ed è stata gradita* però speriamo che prò-seguano con questo stile e vadano anche più in alto perché ci è bisogno di spazzare il nostro Stato dalla pretina canaglia. È vero che alcuni temono che il ministro Rossi sia stato ammazzato dal partito Gesuitico, ma sia pure, giova anche a noi. E Pio IX che dirà? Quel testa di rapa che farà? E j briganti? Basta io spero che succederà ini rivolgimento molto necessario nel nostro Stato e che questo sia l'esordio di cose migliori... in questi momenti non è tempo di dor­mire ma d'agire energicamente...; la sorte d'Italia dipende dallo Stato ponti­ficio ... (Lettere per nominativi, B. 18).
Abbandonata Venezia alla fine del '48, rimane per un certo periodo di tempo a Ferrara e da qui scrive alla madre il 13 aprile 1849: ... La notizia della proclamazione del governo Granducale in Toscana ha indignato tutti grande­mente. Quelle carogne di Fiorentini non so cosa si pensino. E i Lombardi. E Venezia? Oh: Povera Italia! Oh vi lassimi abitatori di questa infelice contrada! Per riguardo poi a chi dicesse che tornando il dilettissimo Papa ci sarebbe amni­stia ditegli che non sappiamo che farcene e che o amnistia o non amnistia odie-remo il Re sacerdote fino all'ultimo respiro della vita e cercheremo vendicare il sangue che per causa sua si è inutilmente versato. Insomma si ricordino i bri­ganti che non vi è cosa al mondo che possa ridonargli il sopravvento e che non avranno sicura né la mensa né il letto e che dovranno temer di noi più se vinti che vincitori, e basta (Lettere per nominativi, B. 18).
Precise ed interessanti sono anche le notizie che egli fornisce a casa quando si trova impegnato nella difesa della Repubblica romana: nelle lettere inviate da Roma dal 1 aprile al 25 giugno 1849 si preoccupa di dare un quadro ampio e dettagliato degli avvenimenti a cui assiste e a cui partecipa, impegnandosi a smentire le notizie catastrofiche che invece giungevano a Perugia ... Sento che siete male informati delle COBO nostre su Se date retta ai briganti ve ne daranno ad intendere delle belle. Cosi non date ascolto quando le sentite tanto grosse che anche esse sono false... (Lettere per nominativi, B. 18, lettera alla madre, del 1 aprile 1849). Mai traspare dalle sue parole un momento di stanchezza o di scoraggiamento; lo spirito si mantiene eccellente (Lettere per nominativi, B. 18, lettera alla madre, dell'8 aprile '49); grande è l'entusiasmo e la fiducia che nutre sulla possibilità di salvare la Repubblica. Anche nell'ultima lettera che invia a casa da Roma, del 25 grugno (Lettere per nominativi, B. 18), afferma che ...la nostra attuale situazione non è consolante. Lo stato di mia salute è buo­no ... Sono etato di servizio per 48 ore continue all'ambulanza... . Niente si ricava invece dal Fonda sull'attività di Giuseppe e sul ruolo da lui avuto spesso sotto­valutato - - nel periodo susseguente al 20 giugno '59, nel mondo dell'emigra­zione umbra: accanto alla facciata ufficiale si svolge una politica segreta che ha U suo centro a Cortona e l'abile animatore in Giuseppe Danzetta; figura non certo di primo piano, durante il Governo provvisorio, ritenuto da molti incapace di assumersi gravi responsabilità, Danzetta è il vero organizzatore dei tempi e dei modi di attuazione di quella linea politica che viene decisa da Torino.1)
>> F. MA/.ZOMS, Correnti politiche in Umbria prima dell'Unità cit.., p. 133.