Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno
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1973
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pagina
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455
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LIBRI E PERIODICI
PONTIFICIUM ATHENAEUM SALESIANUM-FACOLTAS TIIEOLORICA, II Giansenismo in Italia. Collusione di documenti* a cura di PIETRO STELLA, voi. I/Il: PIEMONTE; Zurìch, Pas Verlag, 1970, in 8, pp. 647 (con lav.). L. 8.500.
Si tratta del secondo tomo di una cospicua raccòlta di lettere di esponenti del gian-senismo piemontese, che dovrà costituire nelle intenzioni del curatore una parte della monumentale collezione di documenti sul giansenismo italiano.
Già nella Rassegna anno LV (1968), fase. I (pp. 77-78) avevo notato, recensendo il tomo I. il particolare valore della fatica, certo non indifferente, dello Stella; avevo cioè messo in luce il rigore critico e metodologico dell'opera che nonostante la mole è di facile consultazione da parte degli studiosi. Devo ripetere ancora queste osservazioni dopo aver esaminato quest'ultimo volume, che raccoglie: lettere e memorie del torinese Francesco Berta (intransigente contro i Gesuiti non meno che contro gli illuministi), lettere di Giacinto Sala. Ignazio Somis, Ignazio Porro, Carlo Buronzo del Signore e Gaspare Raync, note sui a casi Di Gros e Caisotti, scritti di vescovi piemontesi sulla polemica giansenista, un carteggio intorno ad Antonio Martini traduttore della Bibbia, lettere di Filippo Millo di Casalgiate, lettere dei torinesi Gaetano Donaudi e G. B. Gastaldi, lettere di piemontesi al celebre Vescovo di Pistoia Scipione de1 Ricci, documenti sui a caso Jean Antoine Caffé, lettere di professori della Università di Torino ed inlìnc missive varie intorno ai rapporti tra giansenismo e preludi rivoluzionari.
Nel suo complesso il volume presenta un interesse prevalentemente teologico. Tuttavia ai lettori della Rassegna può specialmente interessare il carteggio relativo al Vescovo de* Ricci che completa la conoscenza intorno ai rapporti tra i giansenisti piemontesi ed il prelato toscano; è noto dall'importante volume del Rodolico (Gli amici e i tempi di Scipione de Ricci, Firenze, 1920) che vaste erano le relazioni nazionali ed internazionali del riformatore del Granducato. In particolare il Berta (sopra ricordato), il Tamburini, il Del Mare, il Baldovinctti (destinatario delle lettere del Gastaldi) erano amici intimi del de' Ricci e gli procuravano libri d'oltralpe per la sua biblioteca. Il Bellagarde poi (il cui nome ricorre spesso nella raccolta) era da lui stimatissimo. Per finire assumono un preciso significato le lettere del Costa, del Brera, del Gautier, del Renza.
Quest'ultimo, autore di diversi opuscoli, rappresenta l'anello di congiunzione tra giansenismo e giacobinismo, tra l'anlicurialismo e la difesa della sovranità popolare.
6 pubblicata tra l'altro una breve lettera del de' Ricci a Giovanni Antonio Renza del 17 aprile 1785, hi quale documenta i rapporti cordiali fra questi due personaggi, che sognavano in momenti difficili una nuova società ed un nuovo Cristianesimo.
A questo proposito lo studioso di storia del XVIII secolo non trascurerà di leggere le lettere di Filippo Millo pubblicate nel presente volume, dato che questo coraggioso giansenista si trovò nel 1799 a pagare, con hi detenzione nella rocca di Vcrrua. la sua fedeltà all'idea repubblicana ed all'educazione popolare.
GIANFRANCO E. DE PAOLI
PIETRO LEOPOLDO D'ASBURGO LORENA, Relazioni sul governo della Toscana, a cura di ARNALDO SALVESTRINÌ, voi. II: Stato fiorentino e pisano; Firenze, Olschki, 1970, in 8, pp. 656. L. 6.000.
Si tratta di uno dei documenti più importanti e significativi del dispotismo illuminato in Italia, cioè del testo integrale della memoria sullo stato della Toscana dai punti di vista economino-politico-socialft, die il granduca Pietro Leopoldo approntò per stabilire il suo programma di governo.
Egli ne sintetizzò lo spirito con queste parole che si trovano proprio all'inizio della