Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <457>
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Libri e periodici
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notevole valore, esprimendo anche lo stato d'animo della borghesia moderata del tempo. L'epoca napoleonica, con i suoi impetuosi fermenti d'una età nuova, portava multi inconvenienti T. tra cui principalmente: le gravoso contribuzioni, la coscrizione obbliga* tarla, lo spirito anticlericale o meglio il laicismo.
I contadini specialmente furono toccati profondamente da tali novità s>. senza con­tate ohe l'alienazione degli ex beni ecclesiastici aveva comportalo la perdite di taluni antichi privilegi. Allora insorsero: i fatti di Crespino, di Bobbio, sono molto significativi in tutta la loro tragicità.
II Governo italico e soprattutto le autorità militari francesi repressero nel sangue, dietro preciso ordine di Napoleone, ogni rivolta di tipo vandeano.
I rivoltosi, organizzati in bande bene equipaggiata che spontaneamente inalberavano i vessilli austriaci o chiesastici, non ressero a lungo e furono spazzati via.
Questa incomprensione delle esigenze popolari che partivano dal basso, caraneristica della politica dei dirigenti francesi dall'epoca del Direttorio in poi, rimane comunque una macchia del regime napoleonico, che era desideroso di appoggiare gli interessi di classe di proprietari nuovi e vecchi. Napoleone creava una nuova Europa ed una nuova Italia con il suo genio demiurgico, ma non poteva volere l'uguaglianza sociale.
GIANFRANCO E. DE PAOLI
FRANCESCO PITOCCO, Utopia e riforma religiosa nel Risorgimento; Bari, Laterza, 1972, in 8, pp. 334. L. 3.800.
Frutto di una ricerca archivistica imponente e scrupolosissima, con ricco ed aggior­nato sussidio bibliografico, l'opera del giovane A. si circoscrive, ed al tempo stesso opportunamente si concretizza, in ima indagine approfondita sul sansimouismo in Toscana, quel compimento del cristianesimo ben inteso che Lambruschini nel 1831 (questa pcriodizzazionc all'indomani della rivoluzione di luglio è centrale per intendere natura e prospettiva di tutto l'appassionamcnto sansimoniano) salutava nella nuova dottrina, in una tematica schiettamente religiosa che l'A. rivendica con vivacità come una delle idee portanti del mito risorgimentale, enucleandola nel sansimonismo dall'involucro so­cio-economico attraverso il quale di solito lo si è valutato.
Dirò subito che questo depuramento, per cosi dire, nel cui ambito è significativa­mente assente, anche come semplice riferimento, Mazzini, in cui i due momenti sono inflHndTbrTfn*r>t<* connessi, risulta il tentativo meno convincente dell'opera, in quanto la nuova terminologia di imitisi ne/ per il liberalismo, la mitologia dei producteurs (che sono qualcosa di essenzialmente diverso dai faticanti del Genovesi, ancora moralistica­mente contrapposti agli oziosi, mentre gli oisìfs sansimoniani sono soprattutto improdut­tivi), tutto ciò costituisce un traguardo mai pienamente conseguito dai Toscani, e del reato assolutamente imprescindibile dal sansimonismo. a meno che non s'intenda ridurre all'utopia pura e semplice la sua indubbiamente vigorosissima piattaforma socialista.
L'accentuazione religiosa dcll'A. non sfugge viceversa programmaticamente ad una impostazione del genere, e centra felicemente il suo tema nel moderatismo e nel cattolice­simo liberale toscano, ma a patto che, lo ripetiamo, codesto sansimonismo s'intenda per cosi dire dimidialo, non del tutto reazionario e non completamente socialista (e perciò sprovvisto dì quel retroterra organioistico ambivalente su cui batteva polemicamente Omodeo). un innesto, come l'A. dica benissimo, sul giansenismo settecentesco e sul rifor­mismo leopoldin. in cui la banca e la fabbrica non entrano né punto né poco, ed un Pereira apparirebbe poco meno che un avventuriero.
Comunque ciò sia, e sottolineate le eccellenti osservazioni dell'A. sull'eredità sansimo-mena in Gioberti e ani valore propriamente religioso, e non meramente politicistieo, dolio <c religioni del Risorgimento, e dunque di quest'ultimo come a mito (un grossissimo problema, che andrebbe sviscerato a fondo), non è a caso che la ricerea dell'A. esordisca con Lambruschini, forzando un pò* tendenziosamente l'escatologia, hi tensione profetica, l'evangelismo dello zio Giambattista (il Pacca lo riteneva Punico possibile padre con­ciliare che ci fosse In Italia, a questo significa molle cose: né Luigi può andar trascurato