Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
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1973
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464
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464 Libri e periodici
la si limi iun, Ies questions qui agi leu t nos patries, leurs moycns soni aulres, ...]. J'ui foi cn ce quc malgré toutcs les tlivergcnces elle no fero. qu'afTcrniir notre aniilié (p. 509*510 L'originalo francese delle due lettere era già stato pubblicalo nel Lilnraturnoe nasladslvo (L'eredità letterària), voi. 61, Mosca, 1953, pp. 902-904).
È da notate ebe in una lettera a Herzen, scrina nell'aprile 1867 Ogarev ha dello che l'idea di Mazzini è forse errata ma è definita e perciò fa il partito (p. 572). In altra lettera a Herzen del 12- settembre 1867 Ogarev racconta ebe insieme con Garibaldi ha partecipato alla presidenza del Congresso della Lega per la pace e la libertà e che non sono vere le voci che il governo della Svizzera ha intimato a Garibaldi di partire dal paese: Garibaldi stesso ha detto che domani partirà per 1*1 ini in perché non lui più tempo di rimanere a Ginevra (p. 525).
Dalle altre lettere di questo volume appare confermato il grande interesse del rivoluzionario democratico russo per il movimento dell'unificazione italiana
Fra gli scrìtti di Ogarev esistono documenti da cui risulta che Mazzini godeva di un'enorme autorità fra i rivoluzionari russi. Particolarmente caratteristico è il fatto che Ogarev e i fautori dell'organizzazione clandestina Zemlya e vttja (La Terra e la Libertà) prendevano in considerazione l'esperienza rivoluzionaria di Mazzini, si servivano persino della tecnica della cospirazione da lui adottata. Cosi, nelle istruzioni riguardanti l'invio dei proclami della Zemlya i volja in Russia e in Polonia, tra l'altro si diceva che i prò* clami si dovevano inviare per mezzo di uomini rigorosamente scelti, che l'indirizzo doveva essere comunicato a voce e non per iscritto, ecc. A un certo punto si consigliava persino: a scrivere sempre con gli inchiostri di Mazzini . È chiaro che si trattava di scritture segrete* di inchiostri simpatici. Queste istruzioni sono scritte in uno dei taccuini di Ogarev del febbraio 1863 (in l'Eredità letteraria, voi. 61, p. 556).
VLADIMIR NEVIER
GIOVANNI LAND UCCI, La formazione di Roberto Ardigò; Firenze, Alti e Memorie dell'Accademia Toscana di Scienze e Lettere " La Colombaria " , . XXXVII (1972), pp. 43-87.
Con un efficace ripensamento della bibliografia e della documentazione esistente (alla quale ha portato anche interessanti aggiunte), p. Landucci olTre in questo saggio qualcosa di più di ciò che promette nel titolo, perché oltre a presentare la formazione del filosofo maggiore del positivismo italiano, egli propone una nuova lettura dell'Ardi gò, pienamente calata nelle vicende storiche della cultura e della vita religiosa e politica di Mantova, dove l'A. ebbe a passare molti anni Importanti della sua esistenza, dal 1845 al 1881. Tracciando un rapido disegno della società mantovana, degli orientamenti politica, delle iniziative in campo assistenziale o educativo dall'età della restaurazione al 1848, e in parli calare soffermandosi sulle amicizie e i legami tra uomini di cultura mantovani, nobili, sacerdoti ecc. e i maggiori esponenti e organizzatori della cultura del tempo, p. Landucci riesce a presentare l'ambiente, il mondo spirituale, gU uomini che ebbero certamente parte cospicua nella formazione spirituale e religiosa del l'A.; in tal senso, ricche di indicazioni e persuasive risultano le pagine dedicate ni olerò in bilancia tra riflessione e vita politica, e specialmente alle figure del Tozzoli, del Murtij: del Martini, del Pezza-Rossa, dell'Avignone ecc. (per i rapporti col Cantù sono da vedere F. Traniello, Don Tozzoli e la Storia Universitale del Cantù , in Rivista di storia della Chiesa , 1965, n. 2, e la nostra recensione in < Hi vièta storica italiana , 1965, pp. 260*62); COSJJ come a.-ai interessanti le pagine sulle noto Memorie del Tozzoli, sugli opuscoli del Pezza-Rossa, In parte studiati dal Garbi, sul Confortatorio di mona. Martini. Sottolineando i meriti di questi sacerdoti aperti olle suggestioni del mondo moderno, p. Landucci non. dimentica le ambiguità e gli equivoca. La loro cultura ora più occasionale die profonda, fatta di luoghi contimi più che di vera meditazione; la loro esaltazione della scienza e del progresso era quasi esaltiRivamente in funzione apologetica, il loro spirito illuministico non li dispensava dall'capriuiero tutte le simpatie per quei Padri della Chiesa che si riallacciavano alla tradizione platonica; la polemica contro la