Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <467>
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Libri e periodici
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possono essere ebe un nucleo di generosi ben limitato, ed il passato die prova non dubbia i secondi poi saranno di più che il Gleni non crede, se uomini energici e che rappresene tano la idea vero che incorna la rivoluzione siano a capo
Ma quale è l'idea vera ohe dovrebbe far muovere le masse? Il Filo (e qui torniamo ad un discorso largamente svolto di recente sui limiti ideologici del partito d'Azione) non se lo chiede, benché si renda chiaramente conto dell'isolamento dei pochi cospiratori e della mancanza di legami con le masse. In Sicilia per un primo movimento si può contaro sull'odio antiborbonico: nel Mezzogiorno l'avversione alla dinastia non basta a muovere i liberali {dopo Sapri, Pilo e indignato contro i Lucani che hanno aspettato gli eventi), né la generica promessa di una costituente repubblicana può far presa sulla borghesia o sui contadini. Lo stesso Pilo, in cfl"ctti, in uno lettera a La Farina del 7 agosto 1856 mostra di cogliere la passività che si nasconde dietro l'adesione all'iniziativa piemontese. La sen­sazione di isolamento che i mazziniani hanno dopo il sacrificio di Bentivegna, Agesilao Milano, Pisacane, si risolve in una aumentata frenesia di portare a compimento il pen­siero italiano che nella mente e nei cuori dei sunnominati martiri stava , nella a bra­mosia ardente di vendicare i caduti e di liberare le province tutte d'Italia (lett. al Comi-tato Nazionale Italiano di Palermo del 18 gennaio 1858), non in un approfondimento delle ragioni che hanno fatto fallire i moti.
Questi non sono che alcuni dei tanti spunti di riflessione suggeriti dall'ampia rac­colta di lettere di Rosalino Pilo, opera meritoria del Falzone, che ha dedicato particolare cura all'identificazione dei personaggi siciliani, spesso poco noli. La mole del lavoro giu­stifica qualche imprecisione: per esempio la lettera 234 del 13 agosto 1856 è evidente­mente hi copia per Fabrizi di un documento inviato dalla Sicilia. Non si comprende poi perche il 'curatore, attribuendo giustamente al 1856 l'importante lettera a Fabrizi del-l'H novembre sulla scorta dell'autografo conservato nel Museo Centrale del Risorgimento, non respinga decisamente la datazione del 1855 assegnata (dia lettera dal Palamcnghi Crispi. Si tratta, però, di osservazioni che non tolgono importanza al lavoro fatto dal Fal­zone per dare agli studiosi un utilissimo strumento d'indagine sulle vicende della demo­crazia negli anni cruciali del nostro Risorgimento, vicende complesse in cui la parteci­pazione di Rosalino Pilo ha importanza non secondaria.
ALFONSO SCIROCCO
Il carteggio Antonelli-Barili (1859-1861), a cura di CARIA MENEGUZZI ROSTACNI (Fonti, 65); Roma, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, 1973, in 8, pp. XXXII-420. L. 5.300.
A qualche anno di distanza dalla pubblicazione del carteggio Antonelli-Sacconi a cura del Gabriele,1) il lavoro della Meneguzzi Rostagni riprende il discorso, già fondamental­mente impostato ed ovviato dal Pirri, sull'attività della diplomazia pontificia negli anni imini di avvenimenti che, tra il 1859 ed il 1861, diedero alla penisola italiana un nuovo volto ad una struttura che si avviava ad essere quella definitiva.
Questi contributi, se da una parte convalidano posizioni storiografiche acquisite, dal­l'altra, fornendo allo studioso la voce diretta e, attraverso ad essa, i programmi le aspet­tative ... gli stati d'animo dei protagonisti, contribuiscono a chiarire ed approfondire numerose questioni di dettaglio, a stimolare ricerche ed ipotesi di lavoro.
Nello scacchiere europeo dell'epoca, gli interessi della S. Sede, ai fini della conserva­zione dell'indipendenza invero ormai più formale che effettiva dello Stato pontificio, erano rivolti soprattutto a Francia ed Austria. La Spagna, da lungo tempo ai margini della scena internazionale, debole economicamente ed instabile politicamente all'interno, poteva offrire poche garanzie. Allorquando, però, soprattutto a partire dalla seconda metà del 1859. sotto la pressione della svolta he gli eventi andavano assumendo in Italia, di fronte all'atteggiamento di cauta attesa difensiva manifestalo da Vienna e di fronte al consenso
) Il carteggio AntoneUtSaecotii (1858-1800), a cura di MARIANO GARRIRLI; (Fonti, 41-42); Roma, Istituto per la storia del Risorgimento Italiano, 1962, 2 voli., in 8, pp. LXIIL643.