Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <468>
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Libri e 'periodici
più o meno tacito di Parigi ed al dichiarato sostegno di Londra sui quali poteva conlare il Regno di Sardegna per continuare Bulla strada delle violenze e delle usurpazioni, quando, ai diceva, nei circoli vaticani parve necessario suscitare un intervento delle potenze catto* iiche che, in quei frangenti, si sarebbe ristretto a Portogallo, Baviera e Spagna , al fine di sostenere l'autorità temporale del Pontefice, indispensabile all'esercizio del suo mi­nistero spirituale, la diplomazia vaticana credette che il Governo di Madrid potesse svolgere ancora una volta il ruolo che era risultato, per il vero, emblematico e propagandistico piuttosto che risolutivo del 1849.
Dopo un primo invito, rivolto al nunzio agli inizi del luglio 1859, a scandagliate ... se la Spagna poteva prestare al Governo della Sede Apostolica un soccorso materiale (p. 81), le richieste dclTAnlonclli perché quella, <t nazione cattolica cessasse da lusinghiere promesse per venire una volta ai latti (p. 89) si fecero più pressanti ed insistenti. L'in­tervento, secondo la logica vaticana, si sarebbe basato su due premesse ideologiche: una di ordine religioso; l'altra di carattere più specìficamente politico. La Spagna, in quanto potenza di antiche e salde tradizioni cattoliche, aveva, su tutte, il dovere di difendere il potere temporale e spirituale del Papa; al contempo, quel Ministero, provvedendo a repri­mere il processo rivoluzionario in atto in Italia, avrebbe di riflesso rafforzalo in patria i principi di ordine e di legalità ed in definitiva rinsaldato la propria autorità.
Ma quest'azione diplomatica - come osserva la Meneguzzi Rostagni nell'Introdu­zione era a destinata a fallire in partenza , in quanto avulsa dalla situazione interna spagnola e da quella internazionale europea (p. XXV).
In Spagna, la buona volontà di Isabella II cozzava con le difficoltà del ministero O'Donnell, che aveva il suo daffare per tenere le fila della composita quanto instabile Unione Liberale, costituita, come annotava il Barili il 2 maggio 1860, da due elementi, che lottano fra loro: i conservatori meno lontani dai progressisti, ed i progressisti meno avversi ai conservatori (p. 208). Per di più, proprio in quegli anni, tutte le risorse della nazione erano impegnate nella campagna in Marocco, per condurre in buon porto la quale non sarebbe stato prudente porsi in contrasto con Francia ed Inghilterra, sostenitrici del non intervento negli affari d'Italia.
Quando apparve evidente l'impossibilità di un intervento armato, da Roma si con­tinuò a far pressione seppure con risultati ritenuti insoddisfacenti sul Governo spa­gnolo, perché desse luogo ad un'intensa attività diplomatica volta a fare in modo, come scriveva PAntonelIi il 28 maggio 1861, che le a provincie sacrilegamente usurpate fos­sero a quanto prima... restituite al loro legittimo sovrano (p. 363). Per quanto questa speranza fosse tarda a morire, un sentimento di pessimistico realismo di fronte alla irre­versibilità dei fotti compinti veniva intanto facendosi strada nell'animo dei due interlocu­tori, e li spingeva ad un atteggiamento di quasi distaccata rassegnazione (cfr. il dispaccio delTAntonelli datato 1 settembre 1860, p. 229), nutrito di profonda fiducia nella Provvi­denza (cfr., fra l'altro, il dispaccio del Barili datato 9 agosto 1860, p. 222). Sentimenti ed atteggiamenti per certo encomiabili da un punto di vista cristiano; i quali, per altro, costi­tuiscono una riprova ove fosse necessario dei limiti e delle carenze della diplomazia vaticana di quegli anni, ormai gravemente in ritardo con i tempi.
Questo il filone principale della fitta corrispondenza intcssuta, fra il 19 gennaio 1859 ed il 24 agosto 1861, tra il cardinale segretario dì Stato ed il nunzio apostolico a Madrid. Più rare le missive di quello, generalmente succinte, talvolta perfino telegrafiche; più ric­che ed aperte a tutti gli avvenimenti del giorno quelle del Barili, diplomatico perspicace, non scevro da tentativi di intrigo, pronto a cogliere tutte le sfumature della vita politica spagnola si trai tasse della corte, del governo o dell'opinione pubblica o a cercare d'interpretare dall'osservatorio madrileno le mosse della diplomazia europea, sempre solle­cito ad eseguire gli ordini ed insieme rispettoso noi confronti dell'Interlocutore.
Meritano inoltre rilievo altre questioni di portata più limitata che, di volta in volta, il nunzio si trovò ad affrontare con la solita abilità, si trattasse della disamortizzaeione dei beni ecclesiastici o di rapporti giurisdizionali tra l'autorità ecclesiastica e quella politica o di raccogliere offerte tra i fedeli per ridare vigore alle esauste finanze pontificie.
CAIH.O VBRDDCCI