Rassegna storica del Risorgimento

ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
anno <1973>   pagina <469>
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Libri e periodici
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ERMENEGILDO REATO, Le origini del movimento cattolico a Vicenza 1860-1891; Vicenzo, Accademia Olimpica, 1971, in 8, pp. X1V.451. S. p.
Rispetto al politicismo amministrativo e giornalistico di Brescia ed olla socialità risentitamente religiosa ed episcopale di Bergamo, la terza e non meno cospicua capi­tale dell'iniransigenii>.tno del secondo Ottocento, per l'appunto Vicenza (Modena e Lucca appaiono fortemente decadute rispetto ai fasti culturali romantici, mentre il mondo padovano è troppo dimoile e composito per consentire un ubi consistum effetti-vamente egemonico) si segnala immediatamente per la presenza di tuia classe dirigente moderato, spesso aristocratica, che è anche indissolubilmente e profondamente catto­lica, con un'accentuazione schiettamente economica, e magari economicistica (Rossi e Lampertico da nn lato, Rezzara dall'altro) che non lascia spazio all'ideologismo del cattolicesimo liberale dei vecchi tempi, anche quando questo si fregi di nomi presti­giosi come lo Zanella, che rifilila l'etichetta equivoca e compromissoria del clerico-moderatismo, che isola sostanzialmente e squalifica persino l'evoluzione modernistica idi un intellettuale e notabile di primissimo ordine come il Fogazzaro, in cui, attra­verso ii padre deputato, e Io zio canonico, sembrava convergere tutta una tradizione neoguelfa e tardogiobertiana che aveva egemonizzato tanta parte del Risorgimento, specialmente nel Veneto.
I lanifici di Schio e di Valdagno, viceversa (quando si farà la biografia adeguata di Antonio Toaldi e si traccerà la storia del garihuldismo e del pre-operaismo del Garda, per apportare l'indispensabile nuance polemica locale al paternalismo del Rossi? e quando si abbandonerà l'apologia per seguire la vicenda esemplare dei Marzo!to?) distendono una loro ombra inconfondibile tra il Mincio ed il Brenta, si da echeggiare in Senato, nel socialismo cattedratico padovano, persino e contrario nell'estremismo: vecchia maniera degli Scotton (quanta storia dell'agricoltura ottocentesca, e dunque indirettamente del liberalismo risorgimentale, in quella mozione dell'arciprete Andrea al congresso cattolico di Vicenza all'indomani della Rerum Novarum per la diffusione' e la ri vitali zzazione programmatiche della mezzadria!) con un loro significato che tra­valica la lotta cittadina amministrativa e lo stesso onesto e dimesso operaismo catto­lico alla Giacomo Rumor per definire una sorta di via vicentina all'industrialismo che, al di là dello strumentulismo protezionistico, è eminentemente, direi soprattutto, cattolica, in una integrazione di politica culturale tra le più. interessanti al magistero di Leone XIII.
Non direi che di questa problematica imponente, singolarissima, ed ormai impo­stata anche abbastanza a fondo (ma occorreranno una buona volta un Avagliano ed un Lasero anche per Lampertico, a non parlare di mille altre sfumature qui soltanto ommariamenle accennale) si colgano sufficientemente i contorni nell'ampia e ridarà opera del Beato, che si avvale di un sussidio documentario notevole, ma, come dire?, smorzato, represso, quasi a definirci un cattolicesimo timorosamente provinciale e parrocchiale, con l'eccezione rumorosa del clero liberale di Bassano (la cui storia rimane perà campata in aria) e eotto l'episcopato sostanzialmente opportunistico del Farina, che, tra il Coppellar! ed il Rodolfi, non mantiene cortamente hi cattedra vicen­tina in linea con, l'evoluzione dei tempi (questo della sfasatura tra vescovo e movimento organizsato e Un elemento obiettivo che emerge dalle pagine stesse dell'A. ma che non viene da Ini opportunamente valutalo e padroneggiato).
Eppure era stato proprio il Man tese, nella pregevole prefazione al volume, a schizzare la personalità del <cattolico deputato Zileri Dui Verme (un aristocratico, è appena il caso di notarlo) come una sorta di punto d'arrivo, quanto meno in pro­spettiva del discorso da svolgere: un discorso, si badi bene, che sembra prescindere Implicitamente da Murai e da Stanco, ohe guarda semmai a Tonio-Io, che si affianca ma si distingue nei confronti di Meda, un discorso, insomma, schiettamente cvonetisla ed energicamente politico, in cui democrazia cristiana e popolarismo sono poco più che vani nomi nell'accezione autentica dei rispettivi leader** un discorso, finalmente, oggi più che mai di attualità nella trini di ripensamento, clic è anche, ovviamente, ridi* mensionamenio, intorno all'esperienza stmziuna.
Il deuteragonista di questo discono frhe però l'A. ha la malaccortezza d'igno-