Rassegna storica del Risorgimento
ARCHIVIO DI STATO DI PERUGIA FONDO DANZETTA; DANZETTA (FAMIGLIA
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1973
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pagina
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483
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Libri e periodici 483
lavoro, e al conseguente bisogno di una sussistenza elemosinata, olla quale è via frequente il matrimonio . Mah!
L'A. espone obbiettivamente e sinteticamente con la dovuta e cortese compartecipazione. I commenti dei lettori ossia nostri a quel concetto di emancipazione possono essere di natura diversa a cominciare da quel matrimonio clic i cattolici considerano come un sacramento, e che inoltre dovrebbero considerare come una consacrazione a compiere nella vita una missione cristiana ed umana, piuttosto che una via frequente per arrivare ad una sussistenza elemosinata . L'A, ascolta queste ed altre espressioni; le intende, le chiarisce; però ripetiamo i lettori di oggi si distraggono guardando intorno alle varie forme di femminile emancipazione in cui tutto è messo a portata di mano.
Ma passiamo al capitolo totalmente inedito che s'intitola Le antinomie murriane neWeià giolit liana, e che si compone come abbiamo detto di tre gruppi di lettere (in tutto una quarantina) opportunamente presentate e corredate di qualche nota; le quali lettere sono dirette rispettivamente a Giovanni Berlini (1903-1904), a Giuseppe Fuschini (1906-1908), e a don Silvio Pastorelli).
Contribuiscono allo svolgimento del tema quasi tutte le lettere, in particola modo quelle del gruppo Fuschini.
Ma il capitolo che investe e caratterizza sotto i due aspetti fra i più vivi la personalità del Munì è il quinto che si intitola Murri radicale e interventista.
L'A. si sofferma naturalmente sulla partecipazione di Murrì al Congresso del Partito radicale tenuto a Roma nel febbraio del 1914, nel quale un ordine del giorno presentato dallo stesso Murri fu approvato. Da quel momento gli atteggiamenti murriani prendono più colore e più precisi lineamenti quando si tratta di posizioni di opposizione a contatto con altre correnti, e quindi sul terreno della politica militante. In sostanza il radicalismo murriano è difesa della libertà contro tutti i conformismi, contro le organizzazioni politiche o sociali ree di oppressioni, prima fra le tante il clericalismo. Anche il socialismo è a una sorta di clericalismo alla rovescia che tende ad affrontare tatti i problemi dello Stato J.J in una strategia di lotta globale contro il potere della borghesia.
Quanto all'interventismo murriano, ossìa guanto olla attesa inquieta del 1914-15, ed al successivo intervento, Murri vede nella guerra e nella vittoria italiana una condizione perché l'Italia abbia voce ed autorità nel progresso democratico, e quindi rimprovera ai socialisti hi loro neutralità che è incomprensione e grave errore.
Cosi ammira nel 1915 l' implacabile coraggio del oc Popolo d'Italia di Mussolini, e scrive che gli italiani non tarderanno ad accumunare il socialismo ufficiale a quel dilagante immoralume clericale, neutralfondaio, parassitario, vigliacohetto, che inonda l'Italia .
Parole che anche oggi fanno pensare.
È apprezzabile, nella fine del volume, l'ampia bibliografia di libri ed opuscoli murriani pubblicati dal 1893 al 1943, dei giornali e riviste di Murri, e dei periodici a cui ha collaborato. E notiamo anche l'Indice dei nomi.
PIERO Z.VMA.
Atti della Tavola Rotonda: D'Annunzio e la lingua letteraria del Novecento s; Verona Off. veronese Mondadori, 1972, in 8, pp. 848. L. 1.000.
In attesto volume dei Quaderni Dannunziani (n. XL-XLI) appaiono nello debita anione e coordinazione gli Aiti della Tavola rotonda indetta a Cordone Riviera dalla Fon dazione de II Vftforiale dogli Italiani nelle giornate del 27 e 28 maggio 1971.
I nomi di Diego Valeri, di Giacomo Devoto, di Pier Vincenzo Mengaldo, di Giovanni Getto, e naturalmente il nome di Aleardo Sacchetto, presidente della Fondazione, e di altri partecipanti al dibattito sono di per se stessi un sicuro avallo che garantisce la serietà dell'incontro e la nobiltà degli intendimenti.
Due sono state le relazioni, cinque lo * testimonianze e quindici gli interventi.
La prima relazione tenuta da Pier Vincenzo Mengaldo svolge il tema: Gabriele d'Annunzio e la lingua poetica del Novecento. La poesia di questo secolo, quello tipica-