Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
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1973
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pagina
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503
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FONTI E MEMORIE
SUL MITO DEL GRAN RE
Se un qualche contributo può essere dato ancora circa la biograna e l'itinerario spirituale del e gran re , il cui unto venne consapevolmente o inconsapevolmente creato nella Corte e nel suo entourage militare e politico, e fu alimentato o contrastaio a livello parlamentare o pubblicistico, due vie restano aperte con la ricerca di documenti d'archivio, ufficiali e privati, e la meditazione intorno ad alcuni momenti nodali della realtà politica italiana nel secolo XIX. Senza riprendere né il gusto polemico nel colorire un atteggiamento o un episodio, né il racconto volutamente smitizzante che un'opera recente ha messo in campo, suscitando specie nell'ambito pubblicistico particolare ripercussione nell'assenso o nel dissenso, alcune considerazioni vogliamo proporre circa l'importanza ce storica di una figura, la validità o meno di un mito che largamente ebbe a condizionare l'età del Risorgimento e la successiva, l'incidenza infine dell'azione regia nella vita politica italiana. Nel riconoscere al sovrano la fermezza in alcune importanti decisioni, un merito cospicuo ai fini dell'unificazione nazionale, come nel-l'indicare gli errori, gli intrighi, le incertezze di cui fu ricco il lungo periodo del suo regno, sta il carattere contraddittorio di un'analisi psicologica e storica che, al di fuori di ogni interesse di parte (ma ciò è veramente possibile?), voglia guardare con simpatia alle qualità umane di un sovrano, e insieme studiare storicamente un personaggio che seppe affrontare con fermezza e audacia fatti sconvolgenti per i quali non era preparato (come scrive il Casalegno): Forse meglio di Cavour seppe collaborare con radicali e garibaldini; senza la sua mediamone sarebbe stata impossibile quella " congiura " tra monarchia e -rivoluzione che in tre anni fece l'Italia, né l'Europa avrebbe accettato il suo regno. Scalpitava contro i vincoli dello Statuto, ma unico dei sovrani d'Italia lo rispettò; subì la volontà delle Camere sino a firmare leggi che il suo cattoHcesimo un po' superstizioso rifiutava; e portò un esercito dove prevalevano i conservatori e i clericali, un'aristocrazia in maggioranza d'impronta reazionaria, a combattere con lealtà per una causa che, senza il *e, avrebbe respinto .J)
A ricostruire quella dimensione reale, proposta per altro in forme differenti secondo l'interesse storiografico e lo spirito di altra epoca, aveva già dato un notevole contributo Michele Rosi che a noi piace rievocare, a questo
i) Dalla recensione di C. CAVLEKÌSO, in La Stampa, 17 marzo 1972, all'opera di D. MACH SMITH, Vittorio Emanuele li, Bari,. 1973..