Rassegna storica del Risorgimento

VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno <1973>   pagina <505>
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Sul mito del a Gran. Re
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significalo storico-politico della figura del re, -per delineare la contro­versa e sovente contradditoria azione politica del sovrano nel trentennio di regno dal 184 al 1878, che ha visto il dispiegarsi del regime costituaionalc-parlamcntare in Piemonte, le guerre del '59 e del '66, la formazione del regno d'Italia, la liberazione di Roma ed il consolidamento dello Stato sotto il governo della Destra. È vero per altro che i primi decenni di vita di Vittorio Emanuele negli cr accampamenti sulle Alpi o nel hreve giro d'orizzonte di un piccolo Stato pressoché al di fuori degli avvenimenti e della grande cultura dell'Europa liberale, non furono ricchi di viaggi, espe­rienze, insegnamenti capaci di lasciare una traccia consistente nell'animo del futuro sovrano; né furono di effettiva preparazione alla guida di un regno che gli giunse ali "i mprovviso, se non inaspettatamente, sulle spalle all'indo­mani di un disastro militare e politico e dell'abdicazione del padre Carlo Al­berto. Entro questi limiti di formazione, con gli orientamenti ulteriori, in modo critico sinteticamente rilevati ad es. -dal Maturi, ' ' con ogni possibile riscontro per sensibilità politica, fervore patriottico, senso dello Stato nei confronti di uomini come Mazzini, Cavour, Massimo d'Azeglio ecc., si può procedere all'individuazione di una dimensione reale della sua vita, al di là dei miti e delle leggende.
Partendo dal nodo di Novara, tralasciando ogni valutazione intorno alla oc giovinezza del sovrano, alla sua preparazione politica ed alla sua vita prima dell'ascesa al trono, a seguito dell'abdicazione del padre nel marzo del '49, Maek Smith offre una ampia ricostruzione della figura di Vittorio Emanuele, il cui mito di re galantuomo, sulla scorta di una documentazione di prima mano e di un approfondito ripensamento e confronto della biblio­grafia esistente al riguardo, riceve un notevole ridimensionamento.
Se, per vari -lati, la guerra del '59 e gli eventi successivi furono densi di conseguenze e di implicazioni ai fini dell'unità nazionale, altrettanto im­portanti furono i primi anni di regno, durante i quali andavano precisan­dosi i lineamenti costituzionali del nuovo Stato, i rapporti tra parlamento, governo e corona, i caratteri peculiari del moderatismo piemontese, mentre il sovrano geloso della sua autorità regale riceveva (più che non im­partisse) da Massimo d'Azeglio e dal Cavour significative lezioni di governo costituzionale: dall'armistizio di Vignale (non più visto alla luce della leg-
1) Gir. 1 profilo ad opera di W. MATUIII, in Enciclopedia Italiana, voi. XXXV, pp. 510-517; R. ROMBO, Cavour e il suo tempo, Bari, 19712, voi. I; A. Luvx, Mazzini, Fi­renze, 1955; G. SANTONASTASO, // neo-liberalismo di Giuseppe Mazzini. Bori, 1958; Scrittori politici dell'ottocento. Tomo I; Giuseppi Mazzini e i democratici, a curo di FHANCO OBLIA FERUTA, Milano-Napoli, 1909; E. MODELLI, L'Inghilterra di Mazzini, Roma, 1965; A. M. GmsALBEim, Massimo d'Azeglio, un moderato realizzatore, Roma, 1958*
Per un momento fondamentale della vita polMco-diplomatica piemontese sono da ve­dere: F. VAI.SECXIH, // Risorgimento e l'Europa. L'alleanza di Crimea, Milano, 1970-": E. Di NOLFO, Europa e Italia nel J855-1856, Roma, 1967.