Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
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1973
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pagina
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509
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Sul mito del Gran Re 509
Se Villa franca non fu una catastrofe, come ritenne il Cavour nel dare le dimissioni non approvando egli l'armistizio che bloccava la sua politica italiana, larga parte del mento non risale dunque né a Vittorio Emanuele né a Napoleone che, per ragioni diverse, decisero di giungere ad una tregua e ad una pace, da soli, contro l'Austria, ma piuttosto risale al patriottismo italiano che, propino dal tradimento di Villafranoa, trasse incitamento per la prosecuzione della lotta in vasta della indipendenza nazionale. Anche a non voler dare troppo credito alla pubblicistica e all'azione politica di parte democratica in questi mesi, non si può negare la incidenza che esse ebbero nel corso degli eventi successivi.
Sul n tradimento , perché tale venne giudicato e discusso specie dalla stampa democratica, fondamentale ci sembra il saggio proprio su Villa-franca di Del Negro, '* il quale, analizzando l'origine della leggenda di un re nazionale , compie un'attenta revisione delle tesi tradizionali fornite dalla pubblicistica e dalla storiografia moderata a tale riguardo, e indica le difficoltà che Nicomede Bianchi, Massari, Oliala ed altri incontrarono nel rinchiudere l'episodio di Villafranca all'interno della loro visione del Risorgimento; si dovette giungere in realtà fino all'Omodeo (1936) per mettere in effettivo confronto le testimonianze degli eventi di quelle settimane, per cogliere la dialettica dei rapporti tra Vittorio Emanuele, il Rattazzi e il Cavour,
Individuando, come fa il Del Negro, vari momenti significativi nell'episodio di Villafranca (adesione piemontese all'armistizio; colloquio del-1*8 luglio tra Napoleone e Vittorio Emanuele; dimissioni di Cavour e firma dei preliminari), da un lato si comprendono il succedersi concatenato dei fatti e la logica interna delle scelte e delle motivazioni, e dall'altro si possono meglio valutare le difficoltà obiettive di una situazione politica, diplomatica e militare particolarmente incerta, mentre si palesano in modo nettissimo a Villafranca le contraddizioni insite nell'intesa tra la corona e il movimento liberale, l'uno perseguendo una politica estera di mero ingrandimento territoriale, l'altro tendendo a salvaguardare e consolidare le speranze in tutta l'Italia. La qual cosa era ben presente anche nei rapporti tra corona, parlamento e governo nei decenni successivi se la crescente dipendenza del Ministero dalla Camera dei deputati piuttosto che dalla corona, l'invadenza del ramo elettivo del parlamento, la restrizione dei poteri regi avrebbero dato spunto al giudizio del Sonni no nel famoso articolo del '97 sulla Nuova Antologia, Torniamo allo Statuto : 2) scadimento da regime
l) P. DEL NEGRO, Viltafrancat la leggenda di un Re nazionale , in Crìtica storico, a. VII (1963), n. 1, pp. 20-57.
2} A. CARACCIOLO, // parlamento, nella formazione del Regno d'haliti, Milano, 1960, pp. 5-10.