Rassegna storica del Risorgimento

VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno <1973>   pagina <511>
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Sul mito del Gran Re
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Toscana e Romagna in. accordo con Napoleone III (cessione di Nizza e Sa­voia), di non pensare per ora alla guerra contro l'Austria per la Iterazione della Venezia.
Il timore di un eventuale intervento straniero, il consolidamento del­l'egemonia piemontese in Italia condizionavano e limitavano ogni eventuale progetto o velleità di unificazione nazionale da altre parti politiche prove­niente, democratiche in particolare.
Il successo inaspettato di Garibaldi (che sarebbe stato sconfessato in caso di fallimento della spedizione in Sicilia), mentre faceva nascere una serie di problemi a livello internazionale e doveva costringere Cavour ed il sovrano a uscire dall'ambiguità nei confronti dei democratici e garibaldini, ebbe una eccezionale importanza ai fini della unificazione nazionale e delia determinazione di obiettiva possibili per l'immediato futuro: il Cavour, in­fatti, verso la fine di agosto del '60 era riuscito a convincere i Francesi af­finché permettessero la spedizione dell'esercito regolare verso Napoli, attra­verso lo Stato pontificio, per liberare l'Italia dai rivoluzionari , per (rimet­tere l'iniziativa nelle mani dei conservatori, per non turbare ulteriormente la quiete in Europa. Mack Smith, che molti anni fa ebbe a studiare ampia­mente i rapporti tra Garibaldi e Cavour nel '60, sintetizza in poche pagine il suo antecedente lavoro e mette in chiaro, anche sotto il profilo psicologico, la personalità e Fazione politica dei maggiori esponenti liberali e democra­tici nel momento del trapasso dal! 'am m móstra alone garibaldina a quella re­gia, discute il comportamento del sovrano a Napoli e in Sicilia, le reazioni della classe dirigente meridionale, i contrasti tra generali, ministri e il so­vrano per i problemi da risolvere (ad es. il trattamento da farsi agli ufficiali e all'esercito di Garibaldi). ') Problemi altrettanto complessi si trovava ad af­frontare il Cavour a Torino durante la lunga permanenza del sovrano nel Meridione, e soprattutto dopo il rientro di lui nella capitale nel dicembre del "60, per predisporre il prossimo passo sulla via dell'unità italiana, per contenere le iniziative di Vittorio Emanuele li al fine di fomentare disor­dini nei Balcani, per giungere alla proclamazione nel nuovo parlamento del regno d'Italia (marzo 1861), per portare avanti infine l'opera di unifica­zione politico-animinisfcratìva che gli fu impedita dalla morte improvvisa nel giugno del '61.
Come non erano stati facili i primi passi della prima legislatura allar­gata, che si trovò ad affrontare la questione della rinuncia di Nizza e Sa­voia, l'inizio della spedizione garibaldina -in Sicilia, così non era stata age­vole la navigazione ira la fine del '60 e l'inizio del '61, allorché la Sinistra,
') Gir. ad es. R. Gir.s'ii. Lettere del Nieuo e documenti sull'Intendenza dei Mille, in Archivio Veneto, voi. LXTV (1959), pp 72-90; A. CAPONE, L'opposizione meridionale nell'età della Destra, Roma, 1970; A- SCHIOCCO, Democrazia e socialismo a Napoli dopo l'Unito. 1860-1878, Napoli, 1978.