Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
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1973
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Renato Giusti
forte del successo nel Mezzogiorno, era in grado dà contrapporre in modo non velleitario una propria visione dello Stato, fondata sul suffragio universale e la costàtiuente ,!) alla posizione moderata del Cavour e del movimento liberale, che duramente aveva combattuto contro i democratici, anche in occasione delle precedenti elezioni*
Il Parlamento diveniva, una volta di più, tanto pei demooratici che in. esso volevano continuare la lotta politica condotta mei paese, quanto pei moderati, il punto di raccordo tra le diverse opinioni e posizioni politiche, fondamento infine della struttura del nuovo Stato, ben lontano dalla dittatura di Garibaldi o di Vittorio Emanuele proclamato re d'Italia per grazia di Dio e volontà della nazione. Proprio le formule circa il titolo del ire e la intestazione degli atti di governo, e le obiezioni e le discussioni relative in commissione, nella Camera e sui (giornali, davano pienamente la prova che si trattava di una diversa concezione delle origini medesime dello Stato italiano, in cui gli elementi di continuità rispetto al Piemonte sabaudo non potevano menomare l'effettiva novità dello Stato sorto, -nel biennio 1859-1861, dall'egoismo dei combattenti volontari e regolari, dai plebisciti, dalle combinazioni diplomatiche e dal consenso popolare, schietto ed ampio. Interessante sarebbe, a questo punto, relativamente a momenti critici della vita nazionale, studiare la pubblicistica delle varie parti politiche, valutando l'incidenza nella società italiana del tempo del nuovo Stato liberale formato in unità disorganica; 2> è vero poi che non costituirono elemento di stimolo e di sostegno alla crescita e al consolidarsi del regno le gracili istituzioni, il suffragio ristretto, l'ingerenza del sovrano e della Corte, le questioni internazionali rimaste aperte, le interne contraddizioni nello sviluppo economico, la miopia della classe diligente, lo squilibrio tra le varie regioni e l'arretratezza della vita civile. H che ci porterebbe ad altro discorso, allontanandoci dalla biografìa del gran re .
Anche il consolidami del nuovo regno, dal 1861 in avanti, non potè non risentire in molti aspetti e funzioni dello Stato la duplice presenza , sovente in conflitto, di personalità come Vittorio Emanuele H o dei vari ministri che si succedettero alla direzione della cosa pubblica m un breve giro di anni; al di là dell'aneddoto o della eccentricità di comportamento del governo, interessa rammentare, ad es., che fondamentale era l'intervento della corona per la nascita, la vita e la morte dei ministeri, oppure che il sovrano aveva ì suoi ambasciatori personali e svolgeva una politica sovente in disaccordo col suo gabinetto, oppure che perseguiva contemporaneamente due scopi contradittori circa la soluzione della questione romana, progetti di
*)' A. CAUACCIOLO, Il parlamento uh., p. 29.
2) A. CAHACCIOI.O, Stato e itamela civile, Torino, I9602; cfr. la recensione di A. Scinocelo, in Rivista storica itatinnn, 1970, p. 260.