Rassegna storica del Risorgimento
VITTORIO EMANUELE II RE D'ITALIA
anno
<
1973
>
pagina
<
515
>
Sul mito del a Gran Re
515
Mentire però sol momento non furono rimosse le cause dell'incertezza di comando e di condotta delle operazioni (per il contìnuo intervento sovrano), e mentre l'inattività faceva nascere nel Bismarck (che addirittura minacciava un'eventuale pace separata) di sospetto di slealtà da parte dell'Italia, vennero da un lato la vittoria prussiana di Sadowa e la sconfitta dà lassa, e dall'altro la notizia dell'armistìzio (26 luglio), il trasferimento di ingenti forze austriache dal fronte tedesco in Italia, il riconoscimento esplicito della impossibilità di continuare da soli, nonostante le illusioni, la guerra contro l'Austria. Al La Mar mora va dato il merito di aver accettato, assumendosene la responsabilità, quello che equivaleva ad un ultimatum austriaco. La guerra del '66 era finita, ma lasciava uno strascico di recriminazioni e di risentimenti che si protrassero a lungo senza sfociare a parte il caso Persano in un vero e proprio processo (di ripensamento o autocritica) nei confronti dei responsabili militari, dell'imprevidenza e impreparazione della classe politica dirigente, della commistione di potere tra sovrano, parlamento, governo nell'ambiguità e nell'equivoco dei reciproci limiti di competenza.
Le responsabilità della Corona non si potevano negare. In base allo statuto, e in base a ciò ch'egli desiderava, il re doveva sovrintendere alla politica estera, decidere la pace e la guerra, scegliere i ministri e i capi delle forze armate, controllare che in tempo di pace o di guerra tutta la macchina dello Stato funzionasse efficacemente, e, se possìbile, ispirare gli italiani' come vi era riuscito Garibaldi (..) Il miglior servizio che Vittorio Emanuele avrebbe potuto rendere al suo paese era di indagare a fondo su quel che era accaduto, in modo da meglio individuare dove risiedessero le vere responsabilità, amache la macchina governativa potesse funzionare meglio in futuro . *y
Si trattava peraltro di qualcosa di più complesso del retto funzionamento della macchina governativa, se dovevano essere ricercate e messe in chiaro le responsabilità di uomini o di ceti dirigenti, e del sovrano stesso che non aveva interrotto, in un gioco difficile, i contatti o i negoziati segreti con Garibaldi e Mazzini negli anni antecedenti. Anzi, a tale proposito, è da dire che -proprio la progettata liberazione o insurrezione del Veneto ebbe un rilevante peso nei rapporti tra sovrano, la Sinistra ed in particolare Mazzini e Garibaldi. Verso la fine del '63 e al principio del *64, ad es., si svolsero le trattative tra il patriota genovese e Vittorio Emanuele II, tramite il Dia--mìlla MuUer per 'l'accordo fra la cospirazione regia e la cospirazione popolare , ma non prospettarono nessuna soluzione ed ebbero un epilogo diverso da quello auspicato dal Mazzini, desideroso innanzi tutto che si uscisse dall'equivoco, con l'abbandono della cautela da parte del governo, e con.
i) D. MAGK SMITH, Vittorio Emanuele II cii., pò. 277-278.