Rassegna storica del Risorgimento

CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
anno <1973>   pagina <523>
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Note sulla fortuna <ttj Paoli S23
Comprendere il valore emblematico e insieme contraddittorio dell'appog­gio e dell'ammirazione all'isola mediterranea, che non fn solamente patrimonio di alcuni scrittori, ma vivo sentimento che serpeggiò nelle fibre di tanta parte dell'illuminismo italiano, implica la necessita dì proiettarlo in un campo e in un processo ben più vasto, europeo ed exiraearopeo.
Il quadro storico in cui può nascere e svilupparsi la fortuna della Corsica ribelle e illuminala di Paoli, è la crisi del movimento riformatore e del pen­siero illuminista della seconda metà del secolo, quella crisi di rapporti fra filo­sofi e sovrani che sarebbe culminata, a fine secolo, con la rottura rivoluzionaria.
La ribellione corsa s'inseriva in quel quadro in cui -andava incrinandosi il mito del progresso indefinito e graduale della società tramite l'assolutismo illu­minato: era anch'essa un'incrinatura del quadro. La Corsica di Paoli, rivolta popolare contro il colonialismo in sedicesimo dei Genovesi, nasceva pochi anni dopo la rivolta popolare di Genova del 1746; precedeva di pochi anni la rivo­luzione americana; la sua conclusione sfortunata anticipava di soli venfanni il vittorioso scoppio della rivoluzione francese. Come ha notato il Venturi, la tempesta rivoluzionaria non cominciò al centro dell'Europa dei lumi, ma per così dire ai suoi margini: Corsica, Colonie americane, rivolta di Pngacev in Polonia . 0
I prodromi della crisi rivoluzionaria, le prime incrinat ure del quadro, nasce­vano nelle situazioni in cui più acuto era il contrasto tra vecchio e nuovo, non di rado nelle situazioni coloniali, in cui l'assolutismo illuminato mostrava già storicamente la corda. Ma queste incrinature si collegavano con un travaglio presente in tutta l'Europa dei lumi, col contrasto sempre latente e a volte affio­rante tra le aspirazioni umanitarie e non di rado libertarie di filosofi e rifor­matori, e la realtà, spesso deludente, della prassi politica. Mentre i fatta anda­vano dimostrando i limiti della disponibilità dei Principi agli ideali riformatori dell'epoca dei lumi, la Corsica di Paoli, che sospesa tra ribellione e riforme incrinava nei fatti la prassi e il mito stesso del dispotismo illuminato, si inse­riva nel vasto movimento di idee e di travaglio del pensiero europeo coinè un esempio concreto.2)
Stretta nella morsa del suo isolamento e della sua arretratezza culturale, ma condizionala dalla sua appartenenza ad un'epoca che, insieme, ha una sua fisionomia inconfondibile ed è alla ricerca di una fisionomia, a cavallo tra l'età delle riforme, nel suo pieno meriggio, e l'alba appena annunciamosi della rivo­luzione, la rivolta corsa partecipava di entrambe le realtà.
Mezzo riformatore, mezzo ribelle, Paoli attuò i compiti classici dell'asso­lutismo illuminato e riformatore; e lo superò, insieme, in una sintesi che, nella prassi, giungeva a scalzare e distruggere il mito del sovrano illuminato. Quello dei Corsi non ero un agire che si inserisse nel campo d'azione lasciato dal so-
') F. VENTURI, La circohsione dèlie idee, in Rassegna storica del Risorgimento, a. XLI (1954), p. 211.
2) Lo spazio non mi consente di riportare le sorprendenti analogie che si verificarono tra l'adesione illuminista alla rivolta conia o l'ondata di speranze ohe con più forza e in modo più diffuso ed aperto la rivoluzione americana provocò in così numerosi fi­loso fi e ribelli d'Europa. Né mi consento di ricordare la latente e spesso aperta solidarietà e simpatia die s'instaurò tra la rivolta della piccola isola e la rivoluzione che sconvolgeva le colonie americane (si veda, in proposito, F. VENTUM, Nola introduttiva a Pasquale Paoli cit* p. 731, e MARIO ROSKLI.I CICCCONI, Corsica e Stati Uniti d'America, in Archivio sto­nati di Corsica, a. XT, gennaio-marzo 1935j pp. 108-109).