Rassegna storica del Risorgimento

CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
anno <1973>   pagina <526>
immagine non disponibile

526 Carh Bordini
Va messa in rilievo l'influenza che ebbero le singole situazioni statali, con le loro implicazioni politiche e culturali, nel dispiegarsi della varietà di inter­pretazioni che sia pur in un contesto comune fiorirono nella penisola intorno a Paoli e all'esperienza di Corsica. Così in Lombardia il cauto e realistico rifor­mismo degli illuministi milanesi vide la vicenda isolana come un'esperiènza si­gnificativa, si, ma non esemplare; mentre nella Toscana antidispotica e prossima all'isola, suo naturale scalo geografico e politico, l'appoggio alla rivolta rag* giunse gli ambienti più vasti; ma invano cercheremmo nelle reazioni e nelle interpretazioni degli uomini toscani quel radicalismo di cui si tinse l'adesione alla rivolta da parte dei ribelli Alfieri e Vasco, nel Piemonte stantio e bigotto . Cosi riformatori e filosofi del Regno di Napoli si divisero in due campi, che diversamente sentirono, e disprezzarono o osannarono, l'esperienza di Corsica, a seconda della loro collocazione culturale e politica, in un cosi profondamente diviso da contrasti Regno napoletano; e gli illuministi veneti videro in Pasquale Paoli il sovrano illuminato e riformatore, in grado di applicare quelle riforme che essi invano sollecitavano nel loro paese, mentre gli ambienti religiosi della Roma papale non seppero vedere nella lotta dell'isola, pur nel loro appoggio, che un campo aperto alla riaffermazione dei diritti della S. Sede.
L'atteggiamento dell'illuminismo lombardo, se fu sensibile al gius delle genti che la ribellione incarnava e sentì profondamente il diritto del popolo corso alla rivolta in nome dei suoi ideali antidispotici e umanitari, ') non vide nell'isola ribelle (a differenza di quanto avvenne altrove in Italia) un'esperienza esemplare. La posizione di funzionari governativi, dediti ad una cauta pratica di riforme in stretta alleanza col sovrano, ed alieni da atteggiamenti eversivi e da ricerche di palingenesi rinnovatoci , che caratterizzò gli uomini del riformismo lombardo, determinò spesso, nell'appoggio all'esperienza isolana, una cautela che rasenta la freddezza. Dalla simpatia diplomatica, legata più alla politica dell'Impero che ad entusiasmi di filosofo del Parind, all'appoggio reale, permeato di spirito antidispotico, ma pur dubbioso e critico, di Alessandro Verri, Paoli ebbe indubbiamente in Lombardia appoggi e simpatie e ammira­zione, ma più come difensore di un diritto delle genti che i filosofi milanesi sentivano ormai come irrinunciabile, che come alfiere di un'esperienza real­mente valida.
H caso che sintetizza nel modo più problematico questo atteggiamento co­mune agli illuministi della Lombardia austriaca nei confronti della vicenda di Corsica è quello di Pietro Verri, sospeso tra adesione e rifiuto, entusiasmo e pessimistica negazione della validità della rivolta isolana. La ribellione suscitò inizialmente in lui un entusiasmo ardente e carico di speranza: Io sono Corso sino all'ultimo sangue. Hai ragione: quest'epoca può far molto nel gius delle genti >,2> scriveva al fratello il 24 agosto del 1768; Io mi dichiaro Corso, Cor-
i) La simpatia degli ambienti illuministi della Lombardia ci ò. confermata, tra l'altro, dalle trionfali accoglienze che intellettualità e uomini della corte imperiale tributarono al Corso in occasione del suo viaggio a Mantova, nell'agosto del 1769. È stata ritrovata, inoltre, una raccolta di ventotto poesie anonime a favore dei Corsi (la più vasta d'Italia), che cir­colavano a Milano stampate in fogli volanti o manoscritto (in GIAMBATTISTA. Bonn ANI, a Diario milanese , manoscritto presso la Biblioteca Ambrosiana, Milano); simpatia, del Te­sto, avallata dal governo imperiale, che appoggiò platonicamente In Corsica di Paoli per rivalità con la Francia e alleanza coi Savoia antigenavesi.
2) Carteggio di Pietro e Alessandro Veni* Milano, 1-923 voi. II, pp. fl-9.