Rassegna storica del Risorgimento

CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
anno <1973>   pagina <527>
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NMe sulla, fortuna di P. Paoli 527
sissimo, e non mi sono sentito tanto fanatismo per dare colpi di fucile quanto presentemente... . ')
La lotta dei Corsi acquista per Pietro fl significato di un confronto tra di­rittura morale e corruzione dispotica, tra valore repubblicano e abbrutimento di eserciti mercenari, tra virtù e servilismo, ed alimenta la convinzione che gli uomini liberi possano vincere sui reggimenti degli schiavi: ... e io credo che, siccome nessun numero di schiavi vale mai un drappello di nomini liberi, cosi la Francia non sarà mai padrona dell'isola; generosità, valore e montagne non si superano da una nazione che ha visto morirò Damiens . 2>
Sono note le pagine che Pietro scrisse al fratello contro la conquista fran­cese, tra le più alte e ispirate del Settecento europeo sull'argomento: Bisogna andar lontano nella storia dei delitti umani , scriveva nel giugno del 1769, quando gli ultimi sussulti della rivolta stavano per essere schiacciati dalle armi francesi, per trovare una guerra in Europa tanto sinceramente ingiusta come questa. La carneficina de* Spagnoli cogli Americani almeno aveva un pretesto di religione malintesa. Qui nemmeno vi è prelesto. Bisogna esaminare alcuni punti. 1. Se la repubblica di Genova, dopo le tirannie usate co* Corsi e dopo il dissenso manifesto di essi, avesse un diritto legittimo di governarli. 2. Se questo diritto fosse trasmissibile per contratto ad un'altra potenza. 3. Se i Francesi me­diatori potessero fare questo acquisto, durante l'intromissione loro pacifica. 4. Se questo diritto potessero farlo valere, corrompendo e stimolando al veneficio ed all'assassinato, come è accaduto. Questa è una serie di preposizioni le quali met­tono uno spazio ben grande tra il diritto e il fatto. Per me ti assicuro che la mia anima freme in secreto dell'esito di questo affare, e che non mi so persuadere come, in mezzo alle rivoluzioni che in questi ultimi anni sono accadute nelle menti degli nomini, si possa violare così arditamente e scopertamente la ragione delle genti, insultare al gran genere umano... .3)
Diritto divino, ragion di Stato, tutto il machiavellismo della vecchia poli­tica legata alla concezione dello Stato patrimoniale sono messi in causa in que­sto brano. Ma c'è qualcosa di più. C'è qualcosa, nell'esaltazione che Pietro fa dei Corsi repubblicani, nella sua giustificazione del loro diritto di ribellione, nella sua ammirazione per la loro virtù di uomini liberi, che va oltre, nel suo pensiero politico, al costituzionalismo moderato e aristocratico che egli espri­merà con maggior forza e coerenza nel 1790. È una contraddizione che ritro­viamo in molti nomini della Lombardia, ma soprattutto in lui, così teso all'azio­ne, alla possibilità realizzatrice, all'efficienza delle riforme realmente possibili. Moderatamente costituzionalista in Lombardia, la sua anima freme in secreto per la sorte della repubblica corsa. In questa contraddizione non risolta, che è la contraddizione tra le aspirazioni e le possibilità, in cui Pietro finisce per sce­gliere le possibilità, raziono concreta e realizzatrice, anche se ciò significa limi­tare e ridimensionare le aspirazioni ideali, oscilla e si dibatte il suo pensiero, che. -giungerà infine a negare del tutto la validità della rivolta.
Ancora nel 1768, il Milanese giudica che << Il De Paoli è il padre dei Corsi e mi uomo degno di comandare per il cuore e per la mente .*) Ma ben presto
l) Ibidem* 17 agosto 1768, voi, I, p. 890.
2} Ibidem, 22 giugno 1768, voi. 1, p. 323.
3) Ibidem, voi. II, pp. 299-300.
*) Ibidem, 13 febbraio 1768, voi. I, p. 172.