Rassegna storica del Risorgimento
CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
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1973
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Carlo Bordini
egli sottopone alla san spietata analisi la condotta militare del Corso, rilevandone e accentuandone al massimo le debolezze, e infine, di fronte ai successi militari francesi, il suo giudizio, da negativo sulla condotta militare di Paoli Romolo buffone , giunge a mettere in causa tutto il suo operato ( il gran De Paoli sarebbe tuli'al pia un buon segretario di un legislatore ) y> naufragando nel pessimismo più amaro. ... La condotta lei re di Francia è un insulto mani-feslo ai diritti dell'umanità; e la condotta dei Corsi è la funestissima prova che conviene ai monarchi l'insultare il genere umano. Abiuro l'uno e l'altro partito... Da qui dei preti, ebe abbrutiscono i nostri fratelli più gloriosi; di là dei petìts-maitresi che guidano degli schiavi ad avvilire degli altri nostri fratelli. Quasi rinunzierei all'agnazione del genere ornano!.2)
La crisi del secondo Settecento fra le aspirazioni e la realtà, fra le riforme in alitiate, la libertà non conquistata; l'amarezza di una generazione, non potrebbero forse essere documentate in modo più drammatico. Ma il limite che il grande riformatore milanese non varca, nella sua interpretazione della condotta di Paoli e di tutta la vicenda corsa, è il rimanere ancora legato, malgrado tutto, ad una visione machiavellica dei rapporti di forza, è il non rendersi conto del carattere nuovo della rivolta isolana, del suo valore di esempio che trascende le sue possibilità di realizzazione immediata e concreta; è il rimanere legato, nel fondo, alla prassi e alla mentalità del funzionario che vede nelle riforme attuate all'ombra del sovrano l'unica possibilità per sbarazzarsi del vecchiume che ancora ingombra la società.
Pietro critica Paoli per non aver vinto, per non aver saputo vincere; ma il fondo del problema è che egli non prende realmente sul serio l'esperienza isolana, colla sua provvisorietà, con l'elasticità della sua costituzione in perpetuo rimaneggiamento, colla sua persistente arretratezza economica. La nazione , scrive ad Alessandro nell'agosto del 1769, è lutt'ora selvaggia nell'interno, quanto lo sono gli Americani. De Paoli, in tanti anni di pace, non formò nessuna organizzata costituzione o nessuna legge fondamentale. L'agricoltura non fu promossa, la milizia non ebbe una forma né una disciplina. Corrispondenze estere non ne procurò una sola, che potesse all'occasione significare... .3) La sua mentalità di funzionario legato alla politica delle concrete realizzazioni lo porta a non capire le difficoltà intrinseche in cui la rivolta si dibatteva, a diffidare istintivamente dei suoi aspetti caotici e tumultuosi.
Lucidamente cosciente della necessità di un sowolgimento radicale, ma ancorato alla politica del possibile, egli giunge a negare il valore utopico, di anticipazione e di esempio, della rivolta isolana; la sua altalena di giudizi testimonia drammaticamente (al pari del suo giudizio contraddittorio e cangiante sulla rivoluzione francese) la crisi in cui si dibatte tanta parte del nostro illuminismo nella seconda metà del secolo, stretto tra pratica di riforme e suggestione di superamenti pregiacobini.
La ribellione corsa ebbe, nella Toscana riformatrice, un appoggio massiccio: il solo che nella penisola raggiungesse un carattere organico. Ciò era dovuto alla fusione di differenti elementi; non ultimi, i tradizionali rapporti,
0 Ibidem, 21 settembre 1708, voi. II, pp. 38-39.
2) Ibidem* 17 settembre 1768, voi. II, p. 36.
3) Ibidem, 9 agosto 1769, voi. Ili, pp. 9-10.