Rassegna storica del Risorgimento
CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
anno
<
1973
>
pagina
<
531
>
Note sulla fortuna di P. Paoli 531
Assai diversa fu la posizione dì Galloni. Personalità contraddittoria inserito nell'ambiente del pensiero illuminista eppur scettico verso tanta parte di esso, condiscepolo di Genovesi e collaboratore di Tanucci, l'abate napoletano vive a contatto coU'esperienza isolana (che ha seguito assai da vicino nella sua qualità di segretario dell'ambasciala del Regno di Napoli a Parigi), una crisi drammatica analoga, per certi versi, a quella da cui fu attanagliato Pietro Verri. Dopo aver lungamente consideralo i Corsi coll'awersione che meritano i sudditi ribelli l) (in un giudizio da cui non sono estranee considerasioni di carattere grarisdizionalislico), giunge alla fine ad essere toccato dall'eroica resistenza deirisola, naufragando in accenti di grande amarezza. Sarà, dunque, distrutta una innocente nazione di bravi uomini, rei di lesa maestà genovese scrive al Tanucci. Noi de jure censemur averci gusto, perché Borboni... .2 Come Pietro Verri, anche Gali ani entra in contraddizione con se stesso, colla sua natura e col suo ruolo di funzionario fedele al Sovrano.
Se Galanti, in una personalissima sintesi, parte da un'analisi che ricalca integralmente quella di Rousseau per giungere alla conclusione che la Corsica, per virtù intrinseche del suo popolo incorrotto, e per l'autonomia di cui gode sotto la dominazione francese, ha raggiunto Voptìmum per avere un felice governo locale,3) Genovesi ammette esplìcitamente, contro il pacifismo di Rousseau, il diritto alla rivolta armala ( Qual generale con a fronte una grande armata, e feroce, e poco avvezza ad esser vinta, consiglierebbe: " Disarmiamo le truppe; ognun con la pancia al cielo: stropicciamoci 11 pizzicore "? Ite, dite questo all'immortale non so se dica Milziade o Epaminonda di Corsica, il no-
J) Si veda F. GALIANI, Consideratomi sulla condotta di Roma nell'affare di Corsica, 1760 cit. in. G. Nuzzo, Nuovi documenti inediti per la storia delle relazioni tra Ut Corsica, Napoli e Za 5, Sede, in Archivio storico di Corsica, a. VI, luglio-sett. 1930, pp. 488-490.
2) B. TANUCCI, Carteggio cit., Parigi, 23 gennaio 1796, voi. II, p. 296. La storlo-grafia nazionalistica ha presentato in modo mistificato le preoccupazioni che la vicènda isolana determinò nei tre riformatori napoletani, rivestendole coi panni del patriottismo ottocentesco. Se Tanucci si preoccupa che la rivolta cessi e che i Corsi trovino finalmente un padrone capace di sottometterli per impedir loro di costituire un elamento di turbolenza e di disordine. Cali ani e Caracciolo paventano un nuovo insediamento dei ce barbari nella penisola e nuovi sconvolgimenti, ora che tutta Italia ha i suoi principi, designati, o istallati . Ma, a ben vedere, quella di Galiani e Caracciolo non è una preoccupazione che vada al di là dei moduli settecenteschi, nei quali rientra invece perfettamente. L'entrata della Francia in Italia rappresenterebbe per i due statisti napoletani l'inizio di nuove guerre che insanguinerebbero la penisola e impedirebbero quel graduale processo di riforme che essi perseguono all'ombra dei sovrani ili inaimii.i. Analoghe considerazioni si devono fare per il * riconoscimento del valore dei Corsi da parte del Tanucci (V. MATURI, art. cit., p. 250). Il ministro napoletano, col suo limitato, ma acuto realismo, aveva profetizzato che l'isola sarebbe stata gran sepolcro per i Francesi. Ma la sua non fu ammirazione di a virtù civile e politica ; la sua opinione non differisce da quella tradizionalmente in auge in tutta Europa durante hi prima metà del secolo, secondo cui gli isolani sono sauvages, grossiere, otgueillettx, colèra et vindicatìfs, volcurs, infidòies, paresseux. lls sont toutefois de bona soldati * {Dan alte wul tiene Corsica, Nurcinberg, 1736 cit. in G. COURTILLEK, La Corse et L'opinion publique au XVIH siitele, in BuUetin de la Società des sciencea historiquea et notureUes de la Corse, 1911, p. 8).
3) G. M. GALANTI, Descrittone storica e geografica delle repubbliche di Genova e di Lucca, dell ìsola di Corsica, e del principato di Monaco (1782), Torino, Prato, 1795, pp. 1-25.