Rassegna storica del Risorgimento
CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
anno
<
1973
>
pagina
<
532
>
532
Carlo Bordini
stro Paoli, e vi diranno fin le donne; " Che dici traditore? " , " e ricollega direttamente l'esperienza isolana, come fatto esemplare, al problema della deca* denza d'Italia, alla stia polemica sul lusso .
Ma dove finisce Pidea di padria, scrive nelle sue Lezioni di commercio. e si scema l'onore, è spenta la virtù militare. Non è vero che Roma cadde pel lusso, né che in Italia la virtù militare sia illanguidita per la vita molle. Di dodici milioni di persone italiane quante son quelle a cui è noto pure il nome di lusso? L'uno e l'altro è avvenuto dopo che fu avvilita l'idea di padria, e mancò l'esercizio militare. E in una nota aggiunge: La Corsica è una piccola isola, e mezza dirupata. I suoi abitanti non arrivano a mezzo milione. Questo branco di persone animate dell'idea di padria e di libertà hanno per 40 anni mostrato donde nasce il valor militare meglio che non fecero gli spartani. E quali pruove non ce ne danno tuttavia? Sembrava che mancasse qualche cosa al consiglio, senza cui la forza è tumultuosa, quando la provvidenza mostrò che i corsi potevano anch'essi avere un Epaminonda nel generale Pauli . 2>
Idea di patria e di libertà... Non idea di patria in senso ottocentesco; ma in senso romano, o montesquiano. I Corsi non sono considerati dei sudditi, ma dei cittadini. Gli Italiani non sono più cittadini; i Romani lo erano; i Corsi lo sono. I Corsi sono un esempio da seguire.
Circola, in queste brevi pagine, una concezione assai democratica, che differenzia profondamente la concezione di Genovesi da quella dei più ortodossi fautori del dispotismo illuminato. Per questi ultimi, i lumi vengono esclusivamente dall'alto; per Genovesi, la rigenerazione viene anche dal basso. La sua concezione democratica non si esprime in una proposta legislativa o. costituzionale, ma nel concetto stesso di società che le è implicito e che l'educatore napoletano espresse nel modo più vivo proprio nella sua opera di maestro.
Vi è in lui un fermento che va oltre il dispotismo illuminato, 1 modo con cui poteva farlo un seguace di Montesquieu. Tutta la sua opera è pervasa da questo senso educativo, di rigenerazione spirituale prima ancor che economica, di partecipazione cosciente. La divisione delle terre, la creazione della piccola proprietà contadina, da lui propugnata proprio per rendere responsabile e partecipe il contadino abbrutito dalla servitù feudale e dalla miseria, egli la vede attuata nell'isola ribelle e democratica di Pasquale Paoli. Egli addita l'esempio di un popolo che ha riacquistato virtù civili e morali, che partecipa alla costruzione della società, che vive da cittadino l'amor di patria.
Siamo in pieno Montesquieu. Genovesi gli dà, però, una sua impronta particolare, assumendone l'aspetto democratico, e rivestendolo con la sua tematica di educatore; il suo ideale di allargamento dell'istruzione fino ai settori popolari, pur mediato attraverso le classi medie, è il modo con cui egli crede possibile, nell'arretratissimo meridione, cooperare per diffondere questo concetto di virtù e di patria.
Nel suo elogio ai Corsi circola una profonda sensibilità meridionale. L'esaltazione di quell'isola mezza dirupata che si riprende e si rigenera attraverso l'amor di patria e una buona legislazione, non può non collegarsi alla visione stessa che Genovesi aveva della sua Napoli, al suo senso di pena di fronte alla
) À. GENOVESI, Lettere accademiche (1764), in Autobiografia, lettere ed altri scritti, n cura di G. SAVARESE, Milano, 1962, p. 497.
2) A. GENOVESI, Lezioni di commercio, in Illuministi italiani oifc, voi. V, pp. 205-206. Ln nota fu aggiunta all'edizione del 1768.