Rassegna storica del Risorgimento
CORSICA STORIA 1755-1769; ILLUMINISMO; PAOLI PASQUALE
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1973
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Carlo Bordini
mente rivoluzionari, come mostra la loro incomprensione della rivoluzione francese. In Alfieri esisteva, però, a differenza di Paoli, quel vagheggiare un mondo nuovo, tempi nuovi, quell'insofferenza ai tempi, che lo portarono a saltare la tappa del giacobinismo e a collegarsi con l'idea della patria italiana del primo risorgimento. Sia pur istintivamente, Alfieri precorreva veramente un secolo nuovo, in cui la ribellione avrebbe assunto altre tinte e avrebbe sentito nella sua irrazio* naie rivolta un precursore.
La personalità e il pensiero di Alfieri non potevano non essere attratti dalla rivolta di Corsica. Alfieri, sia pur a livello intuitivo, poetico, non lotta contro l'arretratezza settecentesca per trasformatila, come fanno gli illuministi, ma per superarla. Il suo sguardo è appuntato più lontano. La ribellione corsa, che rompe con la prassi illuminista della collaboratone col sovrano illuminato, e lotta anzi contro quest'ultimo armi alla mano, non può non essere più vicina ai suoi ideali che le riforme di Milano o Firenze.
Ciò che imporla mettere in rilievo -nel significato che Paoli assunse per l'Astigiano, è il fatto che Alfieri, più che identificarsi con il Corso, lo identifica con se stesso. Paoli diviene un eroe pienamente degno di udire i sensi del Tùnoleone, come quegli che intenderli appieno potete, e sentirli .]) Alfieri parte da ciò che la rivolta è realmente stata (lotta antidispotica per la libertà di un popolo) per trarne conclusioni che essa non aveva, o aveva solo in embrione. Paoli diviene un uomo che ha voltato le spalle al mondo illuminista, un antitiranno.
Si sente accomunato Alfieri alla rivolta corsa da un'analoga situazione di Stati in cui le riforme non sono possibili, e in cui l'arretratezza provoca la rivolta. Lo stesso carattere anarchico, passionale, della ribellione di Alfieri, il suo senso della libertà individuale, il suo odio per gli eserciti di mestiere, doveva trovare nella rivolta corsa, nel suo esercito volontario, nella gelosia con cui l'isola difendeva la sua libertà, una vicinanza spirituale. Paoli è l'incarnazione dell'ideale eroico di Alfieri, così come lo è Washington.
La ripercussione della rivolta isolana a Venezia era alimentata dal gusto tipicamente veneziano alla conoscenza degli altri paesi, ai viaggi; ma era determinala da un'insoddisfatta ansia di riforme, dall'adesione alle idee di rinnovamento, diffuse, pur se non applicate, a Venezia, e caratterizzata da quella crisi di concentrazione2) che cosi spesso era prerogativa del mondo illuminista veneziano, soffocato da un'aristocrazia stagnante e immobilistica, impossibilitato a intervenire nella realtà, che si esprimeva prevalentemente tramite l'uso del brillante, ma superficiale strumento giornalistico. Leggere e conoscere erano le sole libertà che fossero rimaste ai sudditi della Serenissima; e assai numerose furono le pubblicazioni sulla vicenda isolana che videro la luce nella repubblica, alimentate anche da un flusso costante e massiccio di immigrazione corsa.
Il giornalismo veneziano, i Caminer, i Griselini,3' sia pur con la differenza di impegno e di statura che li divise, scrissero pagine di elogio incondizionato
>) V. ALFIERI, op. eh., K 381.
I) Sull'ambiente culturale del Settecento veneto si vedo G. TOBCELLAN, Un problema aperto: politica e cultura nella Venezia del Settecento, in Settecento veneto ed altri saggi, Torino, 1969.
5) Domenico Caminer scrisao il Saggia eterico del regno di Corsica, Venezia, Colom-Iiani, 1768, che trascrive integralmente, nel suo secondo volume, la pregevole opera del