Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno
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1973
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pagina
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557
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a. La Stampa di Ruggero Bonghi 557
punto di vista delle province, soprattutto di quelle che per un'impossibilità obiettiva causata dalle distanze, non potevano facilmente influenzare il governo.
... A noi è parso che molte questioni, da legislative sia politiche ano risolute o dibattute, come se le condizioni di questi popoli subalpini, felicissimi d'indole e dotati di tm governo liberale e civile da dodici anni, fossero comuni a tutta Italia. La stampa quotidiana della capitale provvisoria fa, senza nessuna sua colpa, un uso molto scarso di criteri dà fatto attìnti nelle altre province italiane e soprattutto nelle meridionali; ciò non ci e sembrato senza perìcolo. Abbiamo creduto che convenisse che nella stampa, qui, s udisse uno voce, per sua natura, libera da quei preconcetti, che qui, davvero, hanno valore, perché si fondano sopra antecedenti di persone e di fatti, ma che non ne hanno nessuno in province, nelle quali questa antecedenti di persone e di fatti sonò purtroppo mancanti.
Ci ricordiamo che in Lombardia, quando verme prima a far parte dello Stato italiano, non si tenne, che quel complesso di circostanze e di opinioni proprie di quella provincia, avesse modo di farai valere mediante la stampa che già prima era in Toscana. Pero, Milano era poco discosto; ed una voce che partisse di là, non arrivava spenta nella città sede del governo. Ma per altre partì d'Italia non potrébb'eesere del pari. Insano a che dei giornali, fatti abbastanza bene e ricchi di capitali, non trovino modo di formarsi e di diffondersi per tutta Italia, ciò che mediante dei giornali che abbraccino il mito, non si può ottenere, si ha da cercar di produrre mediante dei giornali che rappresentino ciascheduno ad una o più parti. È necessario, che in nessuno giudizi e concetti provinciali prevalgano in modo da diventare esclusivi: ma è necessario del pari che non restino esclusi. E poiché in ogni città che è sede di un regno nuovo o vecchio, si forma appunto quell'opinione pubblica, che ha tanta forza sul governo e sul Parlamento, è bene che quest'opinione pubblica non si vii o s'acciechi ; non si formi male, perché abituata e costretta a non avere considerazioni se non ad una piccola parte dei fatta, il cui complesso gli avrebbe a star tutto davanti.
II risultato dell'opinione che si chiama pubblica, debb'essere l'effetto del convocio di tutti: e cotesto convocio non ci ha né in principio né in effetto, se non vi si sente che solo una voce. Ed è vana cosa sperare, che le voci si facciano sentir tutte, se alcune gridano da lontano, in una capitale esautorata, o in un antico capoluogo di provincia, ed altre strepitano da vicino nella capitale del regno. A 'quest'opera dell'unificazione effettiva di Italia ciascheduno concorre e deve concorrere a suo modo. Quello che ci è parso, nel poter nostro, il più efficace ora, è stato di procurare, che da più punti della circonferenza venga maggiore influenza di opinioni nel centro... .
Dopo un accenno all'opera svolta dagli uomini de La Stampa a favore del plebiscito, in vista dei vantaggi futuri, nonostante le disillusioni momentanee, l'articolo terminava con queste parole:
...Però, quello che ci pare importi ora, è che si procuri mediante la slampa di rendere nota all'Italia meridionale e del centro quello del settentrione; e viceversa, a quelle parti subalpino d'Italia dare una cognizione compiuta ed esatta delle condizioni di province, che hanno avuto lungo tutta la storia moderna, uno sviluppo cosi proprio e diverso. Noi crediamo die cercando di moderare le esigenze da unti parte <t dall'altra, noi faremo opera buona e la migliore che per noi si possa fare oggi.
Ha valore di programma, in verità intuibile, anche l'artìcolo del 7 Febbraio 1862 su I partiti parlamentari che insisteva sulla necessità di una loro stabile organizzazione, di un governo forte , '' non oggetto a mutazioni, lad-
t) Circa la concezione di Bonghi dello Stato forte vedi: P. ROMANO IP. AITHÌI, R, Bonghi scrittore politico e religioso, in Leonardo, XIV 11943), pp. 192-205.