Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno
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1973
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559
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H La Stampa di Ruggero Bonghi 559
diretta dei fatti ad opera di nomini non impreparati all'attività giornalistica; L'Italia schiava e divisa, aveva mandato in Piemonte, insieme coi petti vigorosi dell azione, la parte eletta pensante; e, mentre l'emigrazione turbolenta o si era sparpagliata altrove, o quietata in maggior compostezza, i nobili esuli del pensiero convenivano da ogni parte d'Italia a Torino, -per portarvi e patrocinarvi i sentimenti e le aspirazioni comuni .
Quando era al potere Ricasoli il quotidiano di Bonghi non mancò di riportare le impressioni di vari giornali sulla situazione di erisi ormai delincatasi, e riferiva pertanto che la Monarchia Nazionale, organo di Rattazzi, sosteneva che il ministero dovesse rifarsi, che 3a Gazzetta di Torino lo sosteneva, che L'Opinione stava di mezzo, né troppo contro né troppo in favore e cerca di parlar di cose, ma è tirata spesso per i capelli a parlar di persone , che II Diritto è in furore continuato e si fa beffe e in questo ha ragione degli uni e degli altri >, che il Tribuno attaccava Parlamento e Ministero.
Di fronte alle diverse tendenze dei giornali di Torino, La Stampa lamentava gli intrighi che scemavano l'efficacia della informazione e cercava di confutare le critiche a Ricasoli. Nacque, infatti, il quotidiano come organo ministeriale, scorgendo nel barone toscano il degno successore di Cavour e l'unico capace di garantire una politica estera che non derogasse dall'alleanza con la Francia.
La situazione era tuttavia instabile: quasi tutta la stampa napoletana, tranne H Nazionale* ed altri giornali italiani sostenevano persino la necessità di nuove elezioni; Bonghi attribuiva invece ai giornali ambizioni individuali e spiegava la mancanza di programmi ben definiti e di uomini lungamente provati con la novità della vita politica italiana. Riconosceva piuttosto una crisi morale ed una crisi parlamentare prodotta di nascosto per fini personali, che si avvantaggiava delle divisioni della maggioranza e della scarsa collaborazione tra questa ed il Ministero.
Sui grandi problemi politici ed amministrativi La Stampa in genere fu coerente con le idee del partito e con se stessa lungo l'arco della sua triennale esistenza; le incoerenze e le dissonanze, tranne che per l'unificazione legislativa ed amministrativa nel 1865, riguardavano in genere questioni secondarie ed il quotidiano non mancava di giustificarle con motivi talvolta attinti da un'esperta attività giornalistica e da una consumata retorica non sempre pregnante.
Con l'interpellanza Boggio della fine di febbraio sulla diffusione dell'organizzazione democratica in vista dell'assemblea di Genova del 9-10 marzo e sull'atteggiamento del governo Ricasoli, essa ebbe modo di chiarire le proprie idee sul diritto d'associazione; in quell'occasione, infatti, si appellò allo Statuto che vietava di sciogliere le associazioni a meno che non turbassero l'ordine pubblico e condivise la risposta di Ricasoli ispirala ai medesimi principi. Ritenne piuttosto un errore non aver posto la questione di fiducia, essendo preferibile chiarire, in qualsiasi senso, la situazione. Era bene evidente in questo caso l'influenza di Bonghi e delle sue idee al riguardo2) con i limiti ad esse inerenti:
) D. CAUIUHOM, // giornalismo a Torino intorna al 1860-61, in Nuova Antologia,. 15 settembre 19 1.2, p. 255, Molti di questi rappresentanti del giornalismo napoletano avevano già un'esperienza giornalistica, corno è testimoniato da: C. O, MANDAI .AHI. GU esuli nveridionali nel giornalismo piemontese dal 18S0 al 1860, in Rassegna contemporanea, a. IV, serie II, 25 luglio 1913.
2) cfr. R. BONGHI, Il diritto a?a*ociaxione. In Nuova Antologia, novembre 1878, p> 189-221.