Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <560>
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Renala De Lorenzo
i moderati di questa che era questione essenzialmente politica, ... tendevano a lare una questione giuridica. Il governo aveva sì il diritto di sciogliere le asso­ciazioni: ma non su questo punto doveva vertere la discussione, bensì sull'op­portunità di ricorrere a quella misura .])
H giudizio complessivo sul ministero Ricasoli Bonghi lo espresse nel 1868:2) la maggioranza aveva perso la sua coesione per il sorgere di un'opposizione pie* montese e per l'incapacità del presidente del Consiglio di divincolarsi in mezzo alle diverse mosse d'una folla di deputali t>: egli era dunque convinto che, quando si era dimesso, Ricasoli aveva ancora la maggioranza, ma, non avendo costretto la Camera ad un voto, non aveva potuto comprendere perché molti si fossero allontanati. In sostanza La Stampa il 25 febbraio 1862 gli attri­buì un largo concetto della libertà, di cui si era spaventata la Destra reazionaria e la Sinistra timorosa che la forza di far rispettare la legge fosse pari al bisogno.
Nei confronti di Rattazzi il quotidiano fece opera di opposizione, sulla li* nea de La Perseveranza, L'Opinione* La Nazione, spesso d'accordo con II Di­ritto, anche se non sugli orientamenti politici generali, in lotta con la Monarchia Nazionale pur facendo il 1 marzo 1862 professione di sfiducia, non dà preghi* dizh iniziò ben presto la sua campagna denigratoria con accuse di debolezza, di mancanza di programma, di scarso affidamento per la risoluzione della questione romana d'accordo e non in dipendenza della Francia, di scarsa omogeneità della nuova maggioranza, formata dall'unione della Sinistra e dei moderati.
TI 4 aprile 1862, con il titolo Chi siamo noi , fu pubblicato un articolo per chiarire la propria posizione verso il ministero e i motivi dell'opposizione delineatasi il 17 marzo con 80 voti contrari, dopo l'interpellanza Gallenga sul comportamento del ministero e su alcuni punti del programma; l'accordo con R Diritto nel sentimento d'indignazione era per La Stampa prova che i parliti consideravano molte questioni estranee e superiori alla politica. L'articolista ribadiva i motivi di sfiducia, ma concludeva con una promessa di appoggio nel caso Rattazzi avesse tentato di ricostituire il governo in Italia, mostrando che il quotidiano era rimasto governativo, pur essendo costretto a diventare antimi* materiale.
Esso si era dunque pienamente inserito nella vii a politica e giornalistica italiana, non solo tentando di portare avanti un proprio programma, ma anche per ciò che riguardava il lato negativo, tipico tuttavia anche della stampa più impegnata; le accuse, l'opera di denigrazione reciproca che, secondo l'opinione dello stesso Bonghi, erano una delle pecche del giornalismo napoletano, non mancavano in campo nazionale. La Stampa entrò ben presto fra gli organi osta* colati non solo per legittimi motivi ideologici, ma in base alla sua origine e al nome dei collaboratori : Il Diritto, Il Tribuno, La Monarchia Nazionale, non smisero di ritenerla l'organo della <t consorterìa napoletana, che agiva con fini privati e individuali. Non era certo sufficiente a levarsi di dosso quest'accusa affermare3' di essere d'accordo con uomini politici di province diverse o invitare i giornali calunniatori a stendere una lista della consorteria > per evitare so­spetti falsi; che il termine.- fosse poco chiaro ne erano prova una lista di con-
0 P, A Arai. IZ Bonghi fi la vita politica italiana, in Nuova Antologia, ottobre
1946, p. 173.
2) R. BONGHI. / partiti polilial nel Parlamento italiano, in Nuova Antologia, gennaio
1868, voi. 8", p. 245.
*>) La Stampa* 10 marzo 1862.