Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <565>
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cantonate della citta. Tutto dò infondeva nel popolo l'opinione di debolezza del governo, al quale La Stampa in ogni occasione non mancava di richiedere che si mostrasse forte; ai Napoletani, individui e giornali, il quotidiano di Bon­ghi rimproverava l'abitudine di calunniarsi a vicenda e di sparlare dell'ammi­nistrazione centrale.
Se le lamentele erano riportate e le necessità di provvedimenti era segna­lata durante il ministero Rieasoli, l'opposizione a Ratiazzi fu messa in risalto anche a livello locale facendo notare che ci erano stati due punta dà ribasso ai fondi della rendita napoletana. Anche allorché due corrispondenze da Napoli del 24 marzo 1862 permettevano di provare che il brigantaggio era ripreso con minor vigore, il quotidiano scriveva: Ma quello che è aumentato e che va aumentando è la sorda agitazione dei partiti, e il discredito del governo, e la sfiducia nell'avvenire. Quello che va aumentando è il dubbio delle sortì d'Italia e il sentimento della forza di coesione del nuovo regno .
I mali del Napoletano e della Sicilia il 1 aprile 1862 furono da La Stampa riportati al modo in cui quelle province erano state liberate e unite all'Italia, rivoluzionario non per iniziativa di un capo regolare, ma per quella di un capo popolano, col concorso di insurrezioni armate. La febbre rivoluzionarie, inol­tre, non si era sfogata tutta perché lo stesso Garibaldi non ha nessuna delle passioni e delle disposizioni violente di un rivoluzionario , né tale era stato il suo governo in Sicilia e a Napoli perché questa qualificazione implica la sod­disfazione di molte vendette, anche legittime, il contentamento di molti inte­ressi ostili ad altri . C'è in queste parole l'esperienza di Bonghi nel periodo precedente alla Luogotenenza Farini ed anche un'interpretazione non fallace dei rapporti tra Garibaldi e le forze democratiche; d'altra parte c'è anche la consa­pevolezza che il governo fino a quel momento aveva fallito, succube com'era dei partiti e debole.
Di fronte, tuttavia, al Memorandum della Sinistra sui fatti meridionali , ') firmato da diciannove deputati per lo più meridionali e pubblicato su H Diritto, La Stampa il 26 aprile 1862 mostrò rammarico, auspicò che il governo si risol­levasse, e, come era solita fare non appena l'oggetto si prestasse, si dilungò sulla dittatura garibaldina, limitò L'accusa volta dagli scrittori del memorandum di invasione burocratica , ritenendo che Cavour non l'avesse attuala avendo peccato più di indulgenza che di severità, e rivendicò alla Società Nazionale molta parte del successo dell'impresa garibaldina. La presunta invasione buro­cratica era stata solo una trasmigrazione di impiegati da una provincia ad un'al­tra, né si poteva addebitare agli emigrati della Luogotenenza Farini l'abolizione dei migliori istituti tradizionali delle province napoletane; questi uomini del resto erano pochi ed avevano ben operato nel porre fine all'autonomia napole­tana: infine La Stampa scrisse che, circa l'accusa di piemontesismo, era inevi­tabile che fossero adoperati molli uomini del Piemonte e che le leggi ammini­strative dello Stato rimasto più saldo prevalessero.
Nel mese successivo pubblicò senza alcun commento un lungo memoran­dum delle province meridionali del regno d'Italia al governo del re;2> esso
nelle province napoletane. III ediz., Firenze, 11163'; conTronlnro anche* V. i LLAHI, Le prime lettere meridionali, Roma, 1920.
t) H memorandum fa pubblicato sa La Stampa del 26-27-29 aprì le, 2-3 marzo 1862.
2) Questo eccondo memorandum fu pubblicato u La Stampa del 2U-2I-22-23-25-27-28-31 maggio, 1-2 giugno 1862.