Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
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1973
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per essere questa una compagnia unica, senza concorrenti e nella quale prevalevano interessi forestieri più impegnati in Austria che in Italia; il Mezzogiorno era in particolare svantaggiato per lo scarso sviluppo di linee secondarie, per il beneficio eccessivo accordato alla Società e per vari svantaggi politici e sociali. La Stampa sostenne la necessità che il Parlamento decretasse in precedenza tutta la rete da costruire garantendo lo sviluppo completo della linea. La Commissione della Camera propose varie modifiche alla Convenzione, mentre il quotidiano di Bonghi scriveva di preferire la offerta Bastogi più eco* nomica e sostenuta con capitali nazionali; nel complesso le leggi proposte dal ministro erano, quindi) considerate carenti per poca o nessuna conoscenza delle condizioni reali delle diverse province.
Il 12 luglio furono criticate le risposte di Ramazzi alle osservazioni dei senatori Correale e De Monte sui mali amministrativi e sociali del Napoletano per la persistenza di un atteggiamento ambiguo; in una serie di articoli (24-25-27-30 settembre 1862) si suggerirono mezzi pratici per sconfiggere il brigantaggio, pur sollecitando per il momento solo rinvio di maggiori forze in attesa di un riordinamento della polizia.
Dopo aver constatato cbe sotto i Borboni la sicurezza pubblica era maggiore e che il governo doveva evitare che i più. si convincessero di poterla riottenere Bolo con una restaurazione, il quotidiano ne vide la causa principale nell'eliminazione della polizia ordinaria, guardie urbane e gendarmi, sostituiti da una guardia nazionale non ancora efficiente, da carabinieri poco istruiti sulle necessità del paese e sulle persone; suggerì perciò per il momento cbe si desse facoltà al comandante dei carabinieri in ogni mandamento di aggregarsi alcuni cittadini, di cui servirsi come guardie. I delegati cbe avevano sostituito i giudici regi o mancavano o erano pessimi per condotta morale e capacità; il governo, secondo il giornale, doveva perciò, restituire le funzioni di polizia ordinaria ai giudici regi ove il personale era capace, essendo il brigantaggio un problema prima di polizia e poi militare. Occorreva fare una lista degli assenti da ciascun comune con l'ordine di tornare entro quindici giorni e presentare un legittimo motivo dell'assenza, fare opera di sorveglianza, cercando di. privare i briganti dei viveri, mettendo multe ai proprietari cbe pagassero i ricatti; il Parlamento doveva perciò votare dei fondi con cui pagare l'indennità ai proprietari danneggiali. 1 soldati erano pochi e adoperati male, né in verità, secondo il quotidiano, la parte preponderante della repressione doveva essere dell'autorità militare: essa non conosceva arti diplomatiche, né usava l'astuzia e contrastava la collaborazione dei civili, come i proprietari la cui collaborazione era invece importante.
Le condizioni del Mezzogiorno e l'atteggiamento dei suoi abitanti divennero di primario interesse iti seguito alla proclamazione dello slato d'assedio in rapporto all'iniziativa garibaldina; in un pruno momento La Stampa, il 23 agosto, ritenne che fosse un male necessario e il minore, ma a poco a poco il suo atteggiamento cambiò fino a divenire essa sostenitrice dei suoi effetti negativi e della necessità di sospenderlo. Appena osso fa stabilito giunsero numerose corrispondenze che descrivevano le popolazioni contonte per la decisione e ciò non era considerato strano dal quotidiano poiché la libertà era stata concepita come licenza soprattutto a Napoli; il governo del resto non aveva tutelato reputazione, proprietà e vita dei cittadini* anche mutando continuamente le persone investite di potere. Lo stato d'assedio era ora un mezzo per riprendere forza ma non si