Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
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1973
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Renata De Lorenzo
più elementari::, esso poteva produrre il danno che i partiti liberali rimanes* sero moralmente svigoriti. Il 6 novembre 1862 La Stampa notava anche dalle Notizie delle province meridionali , nuova rubrica di notizie attinte da giornali locali che nel Napoletano c'era una grande depressione di spirito e paura di soprusi anche da parte delle autorità governative per chi rivelasse o si lamentasse delle ingiustizie commesse nell'assunzione di impiegati da parte dei ministeri; punto di critica del quotidiano erano proprio gli impiegati di altre province nominati a danno dei locali e gli appalti fatti con capitali non del posto; esso perciò prometteva di pubblicare e spingeva a comunicare i nomi dei nuovi assunti, dei Napoletani messi fuori servizio e i motivi delle lagnanze. Pur non essendo sicuro dell'esattezza delle notizie riteneva che, finche ci fosse stato Rattazzi, molti favoritismi ad alcune province non si sarebbero evitati: molta parte della colpa la attribuiva ai Napoletani stessi, non abituati a un governo libero e poco coraggiosi nel denunziare le ingiustizie.
Intanto ognuno nella propria zona governava ad arbitrio, la confusione era grandissima con discredito del governo, come era provato non solo da lettere, ma anche dai proclami dei prefetti di Avellino, Foggia, Lecce che prendevano provvedimenti eccessivi contro il brigantaggio, mentre altri non se ne preoccupavano: cosi i briganti fuggiti da una provincia si rifugiavano in un'altra. Molti provvedimenti, come le liste degli assenti, erano inefficaci se non ai eseguivano in tutte le province e non si fondavano sa un migliore ordinamento della polizia e aumento della forza pubblica; i suggerimenti de La Stampa contro i briganti pubblicati in settembre non erano stati seguiti dal governo, la sicurezza pubblica era stata migliore sotto i Borboni, né lo sia Lo d'assedio avrebbe risolto nulla..
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H giudizio complessivo sull'attività del ministero Rattazzi Bonghi lo espresse nel 1868 su La Nuova Antologia: dopo Aspromonte la maggioranza si era sfasciata per l'anione momentanea di partiti incapaci di fornire un indirizzo nuovo. Pur essendosi il ministero dimesso prima che l'Assemblea votasse, dalla discussione era risultato chiaro che non avrebbe avuto la fiducia; Rattazzi aveva usalo mezzi inopportuni, aveva scombussolato la parte moderata, ma aveva avuto il merito di fermare Garibaldi; aveva sbagliato nel chiedere alla Francia nn compenso immediato al suo atto (ma ciò era stato sostenuto anche da La Stampa) rompendo le buone relazioni col governo francese; aveva sbagliato a dimettersi perché gli animi dei cavouriani non erano molto ostili e una votazione avrebbe dato all'amministrazione successiva una base parlamentare più salda e rimarginata nella maggioranza la cicatrice che la venuta di Rattazzi vi aveva allargata . Anche in quest'ultima considerazione Bonghi non ribadiva i giudizi de La Stampa, che aveva approvale le dimissioni perché evitavano un ulteriore discredito dell'istituto parlamentare. Evidentemente il tempo gli permetteva di guardare con maggiore obiettività quegli avvenimenti che il suo giornale aveva inquadrato esclusivamente in una campagna politica di opposizione, pur rimanendo nell'autore i limiti dellta visione politica della Destra e di una mente piti critica ehe costruttiva quale era quella di Bonghi. Dopo le dimissioni di Rattazzi, mentre la stampa a lui favorevole diffondeva voci propizie ad un ritorno dì quest'ultimo, l'opposizione e La Stampa speravano in un ministero formato da uomini importanti e abili, conforme al