Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <574>
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Renaia De Lorenzo
discussione del più confuso e disadatto dei nostri bilanci . ') quello della Pubblica Istruzione; dorante il ministero Rattazzi il quotidiano aveva spesso criticato Matteucci e il regolamento universitario, lamentando la scarsa prepa­razione di molti in questo campo e rempiricità con etri si procedeva.
In continue polemiche con II Diritto, il quotidiano difese il ministero in quasi tutti i suoi atti, mise sempre in risalto gli effetti positivi sul paese, la diminuzione del brigantaggio, il miglioramento delle condizioni politiche, la tendenza ita­lianizzante volta a contemperare gli elementi di varie province.2) Chiusasi la sessione parlamentare 1861-62, giudicò meglio stabilito e consolidato l'edificio del nuovo regno, ribadì la necessità di dar prova più di senno politico che di furori rivoluzionari per Roma e Venezia e concluse con un giudizio positivo sulla maggioranza*3) Se da un lato in gennaio si diede da fare per contribuire alla sottoscrizione nazionale a favore delle famiglie colpite dal brigantaggio,4) rac­cogliendo anche una certa somma, l'argomento di maggiore interesse fu il cam­biamento del personale delle amministrazioni a Napoli; qualche giornale locale ne addossava parte della colpa agli amici politici de La Stampa. Essa rispose il 6 gennaio 1863 narrando le vicissitudini della categoria sotto la luogotenenza, ma soprattutto escludendo che l'epurazione tra i borbonici fosse stata scarsa e che i nuovi impieghi conferiti fossero stati distribuiti più tra gli aderenti di un partito che tra quelli di un altro. Ribadì che era inutile tentare di fare ogni cosa ex novo, essendo piuttosto necessario sorvegliare gli impiegati, destituire gli incapaci e quelli che sparlavano del governo, fare una legge comune per le promozioni da ottenersi solo in base a concorso ed a questo condizionare anche l'accettazione di nuovi impiegati. Poiché il ministro di Grazia e Giustizia aveva evitato di nominare nuovi impiegati, preferendo chiamare quelli pagati senza far nulla ed aveva scelto uomini da varie province, fu lodato5) il 1 febbraio 1863 dal quotidiano che in questo modo tentava di difendere il ministero dalle accuse di napolilanismo o di toscanesimo. In verità gli interessi meridionali non erano sostenuti negli articoli con criteri aprioristici; infatti La Stampa il 27 gennaio 1863 non esitò ad opporsi all'idea di trasferire la capitale a Napoli nonostante le petizioni che circolavano, riportandosi sempre ai criteri di italianità che ri­teneva di aver espresso anche nel programma. Essa pensava che il ministro del­l'Interno avesse già cominciato a fare molto per le province meridionali: la sottoscrizione nazionale, la formazione di compagnie di Guardia Nazionale in battaglioni mandamentali, la creazione di commissioni provinciali per coadiu­vare il prefetto nella repressione del brigantaggio e per distribuire premi e soc­corsi, l'accordo di autorità militari ed amministrative, erano provvedimenti indicativi di un sistema che ravvivava l'azione del governo e la cooperazione del paese. Buoni frutti si vedevano già in Capitanata per opera del nuovo pre-
') La Stampò, 8 marzo 1863..
2) Ibidem, 2 aprile 1863,
3) Ibidem, 22 maggio 1863.
4} L11 maggio 1863 La Stampa esaltò ti fatto che rinvilo Hosae venato dal go­verno; molli avevano criticato il fatto che si facesse promotore di carità private, ma il quo­tidiano scrisse che il ministro non voleva risarcire ì danni bensì portare eia consola-rione ed al pensiero d'Italia fra i poveri .
5) Il -i aprile 1863 le lodi furono estese a ratta l'opera legislativa e regolamentare attuate dal ministero e si gerisse che il -lavoro di ogni ministro doveva essere doppio, rilevare la propria ammhnetrnrione e dare base di leggi uniche per il regno.