Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
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1973
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Rimala De Lorenz*)
un tempo uguale a quello in cui era rimasta interrotta la spedizione.1' II 26 maggio 1863 la direzione decise inoltre di ingrandire il formalo non ritenendolo nelle sue proporzioni anteriori sufficiente a compiere l'ufficio suo ; con ciò del resto non assicurava che la maggiore estensione delle pagine potesse essere garanzia della compiutezza del giornale il cui officio era di rappresentare nei tratti suoi generali e distintivi il movimento politico, soprattutto, di un paese, ma anche quello sociale, letterario, economico e il movimento politico gene* rale del mondo. A questo punto Particolista considerava dannosa alla cultura la decisione di vendere tutti i giornali a un soldo essendo il prezzo condizione di una buona redazione e compilazione; la sua tenuità comportava o la riduzióne del formato o che gli scrittori capaci si allontanassero dalla stampa quoti* diana, o la decadenza generale della cultura; i giornali si erano invece moltiplicati, con scarsa collaborazione degli intelletti migliori. Per vincere l'abitudine di pagar poco bisognava che aumentasse il gusto del pubblico a leggere e gli scrittori fossero più capaci di farsi leggere, dal momento che i pochi interessati leggevano più, in francese che in Italiano; il maggiore formato in genere non significava maggiori Informazioni o discussioni, dal momento che lo spazio si poteva riempire con articoli di altri giornali, con l'uso di espressioni ampollose e inutili, aumentando così l'abitudine del pubblico di leggere fatti staccali e di tralasciare i ragionamenti. La deficienza della cultura media si deduceva dal fatto che, rispetto ai quattro articoli di fondo dei giornali inglesi o francesi,2) in Italia se ne scriveva solo uno, riempiendo il resto, con falli poco importanti.
Le accuse che La Stampa rivolgeva al giornalismo italiano si potevano tuttavia ben riferire al quotidiano stesso; probabilmente le condizioni finanziarie non dovevano essere ottime, se il prezzo era superiore alla media (10 cent. : dì questo argomento essa si serviva per dimostrare di non essere un giornale ministeriale e di non essere finanziata dal ministero, il 10 maggio 1864), né il giornale aveva più di un articolo di fondo, né evitava di servirsi di articoli di altri organi di stampa, né era sempre privo dì notizie inutili, soprattutto nelle corrispondenze, né evitava di riempire pagine con i discorsi parlamentari o con la pubblicità.
Il 26 maggio 1863, tuttavia, elaborò anche una specie di programma proponendosi di dare più largo campo alla discussione, soprattutto di interessi locali3) che debbono tutti avere come una voce comune nella capitale, altri-
i) n 10 giugno 1863, per l'aumento dei ritardi nella consegna. La Stampa decìse: di pubblicare in calce l'ora in cui il giornale era impostato; 11 15 giugno descrisse le tappe e le distanze nella distribuzione; il 30 giugno recriminò che le copie serali giungevano a Vìgevano dopo i giornali partitó da Torino col primo corriere del mattino e dai bolli su una fascia di giornale dedusse che le poste molto spesso compivano giri inutili, che erano causa del ritardo.
2) Dell'abuso che Bonghi faceva di < paragoni dell'Italia coi paesi stranieri scrive B. Croce, criticandone anche la deficienza di veduto storiche o la scarna profondità di vedute politiche (B. CBOCB, 2t. Bonghi e la scuola moderata, in La Critica, VI (1908), pp. 81-104, oro in La letteratura della ìtuova Italia. Saggi critici, HI, Bari, 1922, pp. 259-284).
3) li io giugno 1863 il quotidiano scrisse di aver aumentato i redattori; uno dì essi inoliare era tata inviato n visitare tutte le principali città italiane per rendere un conto esatto anche delle relativo province. Lo suo lettere saranno pubblicato col titolo