Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
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1973
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Remila De Lorenza
aggregali per motivi politici alle stazioni dei <arahinieri), l'assimilazione del' 1 opera di questi e delle guardie nazionali a quella prestata dai soldati in guerra rispetto alle pensioni militari. Mancavano invece, rispetto alla legge della Commissione d'inchiesta, la formazione delle giunte provinciali e delle liste dei briganti; La Stampa ne ri ni picei oli l'importanza scrivendo che le Giunte, per come erano composte, erano inadatte 'ad un'azione efficace e che non c'era bisogno di un'autorità speciale per compilare le liste.
Mentre la maggior parte degli articoli di fondo erano dedicati alla politica estera, altri problemi inerenti le province napoletane furono trattati dal quotidiano per confermare le propria linea d'azione; in aprile le lamentele sorte a Napoli in seguito ad alcune voci sulla soppressione della Cassa di Sconto aggiunta al Banco di Napoli a favore di un'unica Banca nazionale, da un lato diedero l'occasione a La Stampa per criticare il vizio locale di considerare le istituzioni del proprio paese con rispetto idolatrico, dall'altro le fecero scrivere parole e inviti di cautela al ministro per un'introduzione delle nuove istituzioni graduale e successiva a larghe discussioni; la legge, presentata dal ministro dei Lavori Pubblici per un fondo di venti milioni per strade nelle province meridionali, fu del resto approvata e fu considerato necessario il sussidio dello Stato; ') la convenzione per le strade ferrate calabro-sicule fu giudicata ottima; fu lodata la Società delle bonifiche del Napoletano formatasi tra agosto e settembre 1863, e l'unanimità dei giornali napoletani nel pubblicarne la domanda; il 10 ottobre fu considerato un segno di sviluppo dell'attività provinciale il movimento dei Consigli provinciali per accettare dal governo anticipazioni in danaro per opere pubbliche e la spontaneità nel ricorrere al credito pubblico; fu approvata la pubblicazione del-l'Italia diretta da De Sanctis. D'altra parte, però, La Stampa scriveva spesso contro il giornalismo napoletano, abituato ad ingiuriare e a perdersi in dispute personali; in occasione della fuga dal carcere del barone Cosenza, borbonico, favorita da funzionari di prefettura e da guardie di pubblica sicurezza, il 16 ottobre 1863 precisò la responsabilità delle autorità locali affinché non ricadesse alcuna conseguenza sulle centrali; difese inoltre la trasformazione della polizia operata nel 1860-61 da Spaventa, essendo inevitabile che tra le guardie e tra il personale basso di prefettura molti avessero già prestato la loro opera sotto i Borboni: ciò del resto era un male minore che non chiamarli nell'esercito o lasciarli in miseria. Bisognava piuttosto migliorare il personale di prefettura e quello delle prigioni; la colpa principale era tuttavia nell'insufficienza dei locali, nella loro cattiva disposizione, nella mescolanza coi condannati, nella presenza di galeotti nelle carceri comuni, nell'amministrazione delle carceri, indipendente da ogni autorità di polizia.
Il 26 giugno 1863 il quotidiano aveva scritto a favore della legge sulle aspettative, disponibilità e congedi degli impiegai i civili , che interessava soprattutto le province napoletane e siciliane con un personale scompigliato, incapace e maldicente,2) a nome degli interessi di tutte le province. C'era in
I) Et 17 luglio 1863 La Stampa sviluppò il progetto di legge mot tendone in risolto gli aspetti positivi*
50 II 6 agoRto 1863 La Stampaf dopo aver sostenuto la necessitò del decentramento, di fare trasferimenti tra gli impiegati superiori più che tra i subalterni scarsamente retribuiti, insistè sulla necessità di licenziare coloro cho a Napoli parlavano mole del Governo.