Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <581>
immagine non disponibile

La Slampa di Ruggero Bonghi 581.
Eondo noi quotidiano la tendenza a non dare ascolto alte voci municipalistiche. ma nello stesso tempo ad evitare le impressioni di ostilità verso le province meridionali, che aironi invece le avevano rinfaccialo come conseguenza dei criteri di italianità segniti; in realtà gli interessi napoletani 0 siciliani non erano mai validi in assoluto por il quotidiano, ma solo allorché fossero l'espres­sione ili un problema nazionale.
In agosto ad esempio la Società Salamanca per le strade ferrate di Canna licenziò indebitamente alcuni impiegati napoletani surrogandoli con altri fore­stieri; fu. lodala allora la decisione del ministro dei Lavori Pubblici di non riconoscere i nuovi impiegati, di impedire che fossero ammessi nel regno Spa­gnoli o Francesi nominati nuovi impiegati, di cui si sapesse che avevano cospi­rato contro la sicurezza pubblica del Regno, di aprire un'inchiesta sulle vere ragioni del licenziamento, di sospendere il pagamento della garanzia finché non fosse assunto un personale di fiducia del governo. Il quotidiano assunse questo atteggiamento non certo per una particolare sensibilità verso i problemi operai, ma perché riteneva che Salamanca, premuto dalla Spagna e da Roma, fosse venuto meno ai termini della convenzione stipulata col governo.
Gli incidenti di Pietrarsa nello stesso mese, dovuti al Umore degli operai che il nuovo padrone di un'industria locale licenziasse quelli da cui non traeva sufficiente profitto, videro La Stampa difendere i soldati contro gli operai, ma soprattutto attutire le colpe del governo per aver concesso lo stabilimento a un privato prima che la legge relativa fosse approvata dalla Camera; '> le critiche furono tutte per Bozza, capo dell'industria, e per la mancata assunzione da parte del governo degli obblighi verso gli operai già assunti prima della cessione. Ciò infatti turbava le relazioni tra padrone e operaio e diminuiva il prezzo che per la cessione poteva essere richiesto dal governo.
Nel criticare gli eccessi della stampa napoletana e siciliana, in riferimento a giornali quali La Pagnotta, fi Pensiero, Il Terremoto, La Campana del Po­polo, che sotto diversi nomi continuavano le pubblicazioni, mantenne il solito atteggiamento ambiguo: da un lato infatti escluse la necessità della repressione con apposita legge, dall'altro invocò alcuni articoli della legge di pubblica sicu­rezza chiedendo che fossero applicali con maggior rigore 2> L'unico momento in cui sembrò ci fosse una larvata critica ai criteri governativi fu in occasione di una corrispondenza da Napoli pubblicata il 2 ottobre 1863, che censurava il sistema militare usato da La Marmora contro il brigantaggio; data l'attualità e l'importanza del tema ne derivò una lunga controversia. La Stampa fin dal
1) La Stampa (20 agosto 1863) approvava tuttavia in genere la cessione a Napoli degli stabilimenti d'Industria governativa all'industria privata. Oli incidenti di Pie-trama e il licenziamento lenii impiegati della società Salamanca furono gli unici avvenimenti che nelle sua triennale esistenza diedero n La Stampa la possibilità di esprimere le proprie idee sulla questione operaia e sui. rapporti coi padroni delle fabbriche; soprattutto il primo cane ci permetta di ini orni ere i limiti della visione dei moderati in genere circa i problemi doUe elessi conuinieamenie e socialmente arretrate. I dimostranti timorosi di licenzi a mento non verniero gì notificati dal quo­tidiano in rapporto ai loro bisogni o alle loro esigenze, ma condannati perché causavano disordine: tutte le lodi ondarono ai mi I ili che cerea vane di sedare i moti di rivolta.
2) La Stampa, 17-18 settembre 1863.