Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
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1973
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La Stampa a di Ruggero Bonghi 583
con parole che alcuni avrebbero volulo (ossero escluse per i rancori che avrebbero suscitalo. La Stampa, il 7 dicembre 1863, si pronunziò dapprima a favore della pubblicità e della chiarezza, giustificò i mezzi usati da Covone necessari per instaurare la leva e per il disordine seguito alla rivoluzione, accusò D'Ondcs-Reggio di campanilismo ed escluse che. una volta iniziatasi la repressione con un certo tono, si potessero adoperare mezzi più miti verso l'isola; assunse in fondo un atteggiamento simile agli altri organi di maggioranza nel deplorare l'azione dei deputali siciliani e di tutta lo Sinistra, a difesa dei criteri, pur non ordinari, usati dui governo. Allorché, anzi, il ministro dell'Interno chiese la proroga per altri quattro mesi della legge sul brigantaggio ne sostenne la necessita, pur non essendo l'opinione pubblica molto favorevole e pur riconoscendo che nella pratica erano state commesse delle illegalità: si limitò solo a suggerire delle variazioni e a sconsigliare discussioni lunghe.
Alle dimissioni dei deputati furono dedicati numerosi articoli che investivano anche il valore politico del partito e la sua capacità organizzativa; esse quindi non furono sottovalutate e riserve furono fatte solo per Garibaldi: questi infatti nella lettera al Minghetti e nel proclama agli elettori napoletani, aveva usato termini discreti, a differenza di altri; secondo La Stampa, d'accordo con // Diritto, egli restava integro e la sua influenza non diminuiva. Il quotidiano il 30 dicembre 1863 si doleva che mancasse una valida opposizione alla Camera, giudicava il voto del 10 dicembre il pretesto più che la causa della divisione e riteneva che per coerenza i dimissionari non si sarebbero dovuti ripresentare alle elezioni; anche i non dimissionari erano ritenuti al momento incapaci di formare un serio partito di opposizione*
Con il nuovo anno1) il quotidiano dedicò la maggior parte degli articoli sull'argomento alla posizione particolare di Garibaldi ed alla necessità che la Camera accettasse le sue dimissioni per le parole che ledevano la dignità della maggioranza e collegò tutto l'atteggiamento della Sinistra a direttive di Mazzini in preparazione di eventi rivoluzionari per la primavera. Circa le elezioni da farsi per sostituire i dimissionari, in un primo tempo (12 gennaio 1864) espresse timore soprattutto per le zone napoletane e siciliane dove il partito liberale era fiacco e non si era organizzato; poi scrisse che il successo del proprio partito aveva superato ogni aspettativa (26 gennaio) e tolse valore politico all'elezione di Garibaldi in Napoli, che ritenne dovuta a motivi di gratitudine.
Rivolgendosi alla Basilicata, il quotidiano non aveva esitato ad invitarla a rieleggere il generale Govone e deputati che conoscessero le condizioni locali; soprattutto invite il partito moderato a non cullarsi sugli allori ed a prepararsi alle successive elezioni nazionali. Per i radicali giudicò che avessero votato
>J II 17 dicembre 1863 La Stampa, in previsione del rinnovo degli abbonamenti, promise ohe avrebbe doto maggior spazio alla parte letteraria e commerciale, avrebbe tradotto dal tedesco e dall'inglese i viaggi degli editori più celebri in Italie, avrebbe avuto urta rivista settimanale bibliografica, una rassegna teatrale, una cronaca giudiziaria, una cronaca urbana, e tm saporito florilegio di notizie varie . Per la parte economica promise una rubrica stabile di finanze, industria e commercio e varie notizie di borsa. Si sarebbe seguito il movimento della istruzione pubblica e della statistica giudiziaria, del lavori pubblici e del movimento commerciale; due o tre volte al mese sarebbero stati pubblicati supplementi coi discorsi parlamentari e qualche scritto polìtico e letterario di amici dei giornale.