Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <584>
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Renata De Lorenzo
reazionari a borbonici, '' quindi l'opposizione a Napoli eia in fondo divisa; per rafforzare la maggioranza liberale in quei luoghi doveva cessare ogni forma di arbitrio delle autorità politiche, si doveva ridare forza a M'animi lu­strazione giudiziaria con la polizia ordinaria e regolari funzioni di pubblica sicurezza. Le leggi eccezionali in fondo, secondo La Stampa, erano state efficaci, ma essa sperava che presto se ne potesse fare a meno.2)
Gli interessi maggiori del giornale nei primi mesi del 1864 furono tut­tavia per le questioni finanziarie, discutendosi in febbraio alla Camera la legge di perequazione fondiaria dopo l'approvazione della imposta sulla ricchezza mobile e di quella sul dazio-consumo; essa era ritenuta necessaria dal quoti diano quale ultimo anello del disegno di riassetto delle imposte iniziato da Bastogi, continuato da Sella, compiuto da Min ghetti. Allorché il 20 marzo la Legge fu approvata con 196 voti positivi e 123 negativi, dopo una discussione di 35 giorni. La Stampa scrìsse (21 marzo 1864): Noi crediamo che la vota­zione di questa legge sia il più saldo fondamento messo finora all'Unità d'Italia >. Il 22 marzo pubblicò un lungo articolo teso a dimostrare che anche le province aggravate sotto altri aspetti con le altre leggi d'imposte erano state favorite e che l'effetto migliore della legge sarebbe slata la scomparsa di que­stioni di piemontesismo, sicilianismo, lombardismo. Le province napoletane e siciliane, non essendo più alla Camera oggetto di approvazioni di leggi o di interpellanze gravide di conseguenze, fecero sentire le loro voce solo nelle corrispondenze, non sempre stilate in modo critico ed attinenti a problemi impellenti, mentre la realtà sociale, economica e politica di quelle popolazioni non subiva certo notevoli miglioramenti.
La Stampo, nel 1864, cade con maggiore evidenza in quei difetti che il 26 maggio 1863 essa aveva constatato nei confronti del giornalismo italiano; interi numeri privi di articoli critici di fondo, molli riempiti con articoli di albi giornali, con discorsi parlamentari, con pagine letterarie in abbondanza. Non sfuggì naturalmente il viaggio di Garibaldi in Inghilterra in aprile, per la necessità di precisare e distinguere nelle festose accoglienze le lodi all'eroe dell'indipendenza e quelle all'uomo trascinato da un partito politico, né man­carono osservazioni sulle caratteristiche dell'opposizione e sulla necessità della maggioranza di confermare il proprio piano finanziario e politico. Per la ria­pertura della Camera ad aprile la scarsa presenza dei deputati e le varie inter­pellanze subito presentate sul sequestro del denaro di Garibaldi, sulla politica del governo rispetto al clero, sulla politica estera, fecero temere al quotidiano che l'opposizione trovasse una compattezza nella critica al sistema finanziario di Minghetti, non essendosi ottenute le economie previste e non potendosi, per i ritardi del Parlamento, riscuotere tutte le imposte entro la fine deU'anno.
Non mancarono le solite accuse a La Stampa di essere un giornale sala­riato, mentre essa IMI maggio 1864 sosteneva di reggersi col danaro dei lettori, sempre in aumento, e di avere un prezzo superiore a quello di altri giornali, ma più proporzionato al costo, proprio per evitare sovvenzioni ministeriali;
i) In questo nodo la stampa moderata rinnovavi! rultegginutcnto della Com­missione per la legge Pica : quando si votavano ignorarti le cause sociali ed economiche dei nudi dalle province ex-borboniche si finiva per addossarli ogni colpa alla readone borbonica e per reagire in modo ancora pili repressivo.
2) JM Stampa, 7 febbraio 1864.