Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <585>
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La Stanipa > dì Ruggero Bonghi 585
del resto, come nel caso di La Marmerà, non aveva esitato a censurare il cen­surabile. Discusse le interpellanze e approvali i bilanci dei vari ministeri, essa si rendeva conto che anche il ministero non guidava gagliardamente la maggio­ranza ne 1 opposizione aveva idee ciliare e uomini dì piena fiducia.
In giugno fu iniziala anche la discussione sul contenzioso amministrativo, prima delle leggi dì unificazione, per il quale La Stampa fu d'accordo colla Commissione sulla necessità di riformare nel progetto di legge gli articoli che rimandavano al l'autori là giudiziaria le operazioni demaniali nelle province napoletane e siciliane; la legge comunale e provinciale fu sostenuta per le idee decentratrici sempre portate avanti; il disarmo fu ostacolato in attesa dell'occa­sione propizia che ancora sembrava non offrirsi per ottenere Roma e Venezia.
Furono le accuse a Bastogi e Snsani di ingerenza nelle strade ferrate meri­dionali che fornirono l'occasione per riportare, anche se indirettamente, alla ribalta, i problemi del Mezzogiorno; a La Stampa rincresceva che la Camera avesse accettato un'inchiesta personale su due suoi membri con accuse che, però, l'avrebbero coinvolta tutta. I membri della Commissione avevano usalo criteri eccessivamente severi, troppo stretta era stata la segretezza delle sedute, scarsa l'audizione dei testimoni, mancava ogni difesa delle parti, la relazione aveva forma piò. di requisitoria che di pacato confronto di prove, non era esatta la determinazione delle colpe. La Commissione aveva lavorato staccata dalla Camera e, infine, aveva proposto conclusioni non chiare né legittime (questa critica, in verità, il quotidiano era solito rivolgerla a tutte le Commissioni per l'abitudine che esse avevano di lavorare chiuse in sé e di lasciarsi dirigere dai criteri politici dei propri componenti); essa, senza nna legge che la istituisse, aveva segnilo una procedura illegittima, grave nel raso dei due membri del Par­lamento ai quali La Stampa il 20 luglio 1864 consigliava di lasciare libero il giudizio dell'opinione pubblica. Poiché la Camera aveva accettato l'inchiesta, d'accordo con L'Opinione il nostro giornale ritenne che quella fosse stala man­chevole nell'accusarsi piuttosto che rigettare la colpa; poiché nel 1862 il quoti­diano aveva condotto una tenace lotta giornalistica a favore della concessione Bastogi, non ritrattò la sua precedente politica, ritenendo ancora positive le basi della stipulazione e i precedenti dell'uomo. Il voto contrardo di coloro che due anni prima erano stati favorevoli si poteva giustificare per il deficit della Società, ma la Camera, più che trovare la colpa in sé, avrebbe dovuto cercarla nella costituzione della società stessa e nella poca cautela con cui il ministero precedente ne aveva approvato gli statuti (21 luglio 1864).
Le discussioni alla Camera, invece, avevano tolto vigore all'elemento poli­tico migliore del consiglio d'amministrazione, aumentata la sfiducia degli azio­nisti, diminuita l'autorità di Bastogi; questi, invece, avrebbe potuto ancora provvedere alla situazione, cedendo momentaneamente la presidenza della So­cietà, e gli azionisti riprendersi. ')
Il brigantaggio non fu durante il 1864 oggetto di molta attenzione negli articoli di fondo del quotidiano, perché si riteneva che negli ultimi due anni
*) Nel risentimento de La Stampa per Je accuso ai deputali c'è tuttavia più la preoccupazione dì uno svigorimento del Parlamento e dall'autorità governativa cito uno Vera speranza di ripresa economica sulle basi della logorata società; la critica a Bastogi come nomo politico poteva per Bonghi arrecare maggior danno di un errato investimento.