Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <586>
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Renala De Lorenzo
fosse general niente diminuito; solo in Terra di Lavoro in alcuni distretti di Basilicata e del Salernitano non era calato di intensità. Il 16 giugno 1864 il giornale riconobbe, tuttavia, che- anche questo solo nucleo bastava a rendere la situazione insicura; esclusa la colpa di influenze provenienti dalla frontiera romana, dedusse che, essendo la Basilicata la sola delle province italiane in cui fosse stata fatta veramente una rivoluzione prima che Garibaldi giungesse nel Regno , di essa avevano approfittato i disonesti con conseguente maggiore disordine, maggiore alienazione delle masse al moto italiano, una maggiore paura e ripugnanza nei possidenti; una maggiore divisione in tutte le classi, una maggiore e più aspra scissura tra i liberali stessi . Il governo già in pas-sato avrebbe dovuto, secondo La Stampa, essere più deciso; si erano mutali 1 prefetti, concessi sussidi per lavori stradali più che in altre province, prevista una completa rete ferroviaria, ma tutto ciò o non era stato ancora attuato o si procedeva con lentezza, acuita dalla tensione morale del paese. Non si trattava di cambiare persone, ma di avere chiare le idee e mezzi sufficienti e di solle­citare una generale collaborazione. Solo contro il sotto-prefetto di Ariano, il 26 agosto 1864, si rivolsero precise accuse per la sua incapacità di far eseguire le leggi e per aver creato un clima ricco di odi e di dissidi, con discredito del governo. In campo ministeriale i segni di crisi dell'amministrazione erano ormai evidenti, anche se il giornale si ostinava a considerare inopportuno uno scioglimento della Camera in agosto, scioglimento sostenuto, invece, da UOpinione.
Pochi giorni prima della Convenzione di settembre, verso la fine di agosto. Bonghi fu sostituito nella direzione de La Stampa da Fambri;*) questi presentò il proprio programma, sulla linea dei precedenti, rispondendo il 2 settembre alla lettera di un militare, ex collega, che si meravigliava della presenza dell'ex capitano fra uomini con passato ben diverso. II nuovo direttore rispose innanzi­tutto di propugnare da ben cinque anni la linea politica che ora difendeva (Fambri aveva infatti collaborato con Bonghi dalla fondazione de La Stampa), né aveva senso ricordare fatti avvenuti una trentina li anni prima, allorché ai era dimesso da capitano; precisò il concetto di indipendenza di un uomo politico, pur costretto ad appartenere ad un partito, difese il giornalismo e la necessità del giornale di rappresentare una parte purché la lotta fosse basata su principi e non su motivi personali. Molti giornali si occuparono della mutata direzione, ora osservando che la musica è rimasta la stessa , ora criticando Bonghi, il Filippo Argenti del giornalismo ufficioso;2) La Stampa difese l'ex direttore, fiduciosa che si sarebbe resa giustizia al suo ingegno e al suo carattere e rigettò la qualifica di organo ufficioso, perché Tessere organo di un partito OH cui taluni membri facciano parte del Gabinetto non significa che ne riceva le ispirazioni (citava quale esempio la discussione La Marni ora, la
1) Il veneziano Paulo Fambri (Venezia, 1827*1897), ingegnere, cospiratore e provo-catare della reazione austriaca nel 1848, più volte arrestato dagli Austriaci; ex capitano, aveva collaborato con Bonghi fin dal giorno di fondazione de La Stampa mostrando la propria competenza soprattutto In questioni militari; negli articoli di questo genere fu evidente J'ìnflucnwi del nuovo direttore, poiché essi annientarono di numero. Per il 1865 il quotidiano pronti* che nella prima metà di gennaio sarebbe stata pubblicata uno serie di appunti e proposte intorno allo cose di! guerra.
2) La Stampa, 1 t-eltombrr 1864. Con queste parole ci si riferiva alla ;-ua aggressi­vità oratoria e giornalistica.