Rassegna storica del Risorgimento

BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno <1973>   pagina <587>
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ce La Stampa di Ruggero Bonghi 587
prontezza con cui accoglieva lettere di avversari, l'equità nella questione della perequazione fondiaria, la schiettezza con cui più volte aveva parlato delle piaghe delle amministrazioni e della necessità di rimediarvi senza aver riguardo per i ministri)
La Convenzione di settembre colse il giornale impreparato ed infatti D'Ovi* dio scrive di Bonghi : ... ei si dolse degli amici che gli tennero segreta la Conven* zione di settembre, lasciandogli far tante apese per un periodo che col prossimo trasporto della capitale non sarebbe potuto durare in Torino .1}
La prima notizia riportata dal quotidiano fu tratta da un carteggio pari gino de La Perseveranza, il 17 settembre; poi non esitò a giudicare positiva la fine dell'occupazione francese in Roma, opportuno il limite di due anni per il ritiro delle truppe, temperati i modi e i mezzi, avvantaggiato il partito della maggioranza. Sostenne il ministero anche circa la validità del trasferimento e si diede da fare per invitare i Torinesi alla calma, riportò le impressioni della stampa italiana e francese, rispose alle critiche dei giornali di opposizione.
Bonghi darà un giudizio complessivo di questo ministero nel 1868.2) All'ini zio caratteristica fondamentale era stata quella di essere la più chiara contrappo­sizione dell'amministrazione Rattazzi, la nuova maggioranza si era riformata, la Camera si era di nuovo divisa fra cavouriani e garibaldini. L'amministrazione Minghetti avrebbe dovuto vincere le discordie, ma i Piemontesi si inasprivano per aver avuto poche cariche e per la necessità dichiarata da Peruzzi nel 1862 di italianizzare le leggi e gli uomini provvedendo innanzitutto a spostare la capitale da Torino. Insistendo sulla negatività delle consorterie regionali e del terzo par-tito e riconoscendo, a distanza di quattro anni, la mancanza di una linea politica nel ministero Minghetti, l'autore riconobbe soprattutto l'inefficace meccanismo della vita parlamentare italiana, aggravato dalla Convenzione. Mentre quindi La Stampa si era data da fare perché questo accordo fosse accettato, Bonghi in seguito lo sconfessò e la sola scusa dell'errore fu che appartenne a molti; e che non solo l'accoglimento degli uomini di Stato italiani, ma quello di Napoleone stesso fallì . H ministero aveva scambiato il grido dei partiti contro Torino per un sentimento generale delle popolazioni; credette di soddisfare questo senti­mento con tino spostamento di luogo piuttosto che con una riforma morale del­l'amministrazione e con una più proporzionata distribuzione dei suoi uffici tra impiegati nativi delle diverse province.
La disparità di giudizio del giornale e di questo articolo del 1868, già notata nei confronti dell'amministrazione Rattazzi, non può essere spiegata solo in base al mutamento di prospettiva che causa inevitabilmente il trascorrere del tempo; Bonghi, nel 1864, aveva anche motivi economici per le spese fatte per La Stampa a Torino oltre che idealità politiche per opporsi alla stipula­zione del trattato, ma la sua autonomia, mostrata nel criticare La Marmora e in altre occasioni, che dava un'impronta di indipendenza al giornale, non giun­geva alla sconfessione dei criteri fondamentali su cui egli voleva si reggesse lo Stato, cioè la collaborazione necessaria fra i moderali di fronte alle critiche della Sinistra e delle fazioni piemontesi.
>) F. D'OVIDIO. R. Bonghi clt.
2) R. BONGHI, Programmi politici e partiti, in Nuova Antologia, 1868, ora ih R. BONGHI, Programmi patitici e partili, a cura di G. GENTILE, Milano, 1933. pp. 152-200.