Rassegna storica del Risorgimento
BONGHI RUGGERO; GIORNALI TORINO 1862-1865; ITALIA MERIDIONALE S
anno
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1973
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591
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La Stampa di Ruggero Bonghi 591
Pur nella dolorosa scelta c'è tuttavia la speranza di un rinnovamento della Eluizione dei partiti e della fine delle divisioni, sincera speranza di chi era capace di superare i rancori personali in vista dell'utile dello Stato e del rafforzamento delle istituzioni. ') Soprattutto, però. Bonghi insiste sulla positività del suo giornale che avrebbe ben condotto a termine l'ufficio intraprese, a costo anche dì crearsi odi e rancori; la sua politica era riuscita, ma era chiaramente legata alla permanenza a Torino e perciò ormai esaurita.
Aveva realmente La Stampa corrisposto ai propositi enunciati nel programma del 7 febbraio del 1862? Esprimeva Bonghi nell'epistola una convinzione radicata o si dilungava in affermazioni generiche semplicemente per giustificare una rinuncia dovuta a motivi differenti?
In verità l'intento di dare ampio spazio agli interessi locali che debbono tutti avere una voce comune e farsi sentire nella capitale non si realizza, per l'importanza data alle notìzie sul lavoro legislativo e sulla attività del Parlamento, né le corrispondenze sono sempre puntualizzate su problemi radicali e fondamentali delie zone depresse; la lettera di Bonghi uon accenna affatto all'esaurimento dello scopo prefisso in questo senso. In realtà il Nostro aveva ancor più ampliato l'orizzonte politico a livello nazionale rispetto al 1862, compreso com'era della necessità di dare un valore secondario a ciò che non riguardava direttamente, almeno in apparenza, la risoluzione degli scopi più importanti, e, quindi, le prospettive in cui inserire i problemi del Mezzo-giorno per lui erano cambiate, diventando un aspetto particolare della situazione economica italiana, in cui le varie province avevano un differente grado di sviluppo.
L'atteggiamento del Bonghi, favorevole all'eguaglianza tributaria e fiscale aveva risvolti ancora più negativi in campo sociale, neH'ignorare i bisogni di popolazioni non abituate ad una progredita vita civile e nel non saper proporre mezzi che non fossero repressivi per risolverli.
Ciò tuttavia non è imputabile solo a Bonghi ed a La Stampa, ma a tutta la classe dirigente moderata; l'attività giornalistica con tutti i suoi limiti, diede, però, modo al deputato meridionale di svolgere un'attività politica della stessa portata di quella che poteva esercitare nelle aule del Parlamento; è su ciò infatti, ampliando l'opinione del Barbagallo, che insiste sull'attività politica di Bonghi,2' che Morandi fonda la sua affermazione che egli fu uomo politico... nel pensiero e nella pratica >.3) TI giornale ha ì pregi e i difetti dell'uomo di Stato che per essere valente , secondo lo stesso deputato napoletano, deve avere due qualità necessarie: la prudenza e la imprudenza ; si fregia della
opere impegnati ve, B, CUOCE (O/I. di.) e C. BARBACALLO ( Commemorazione di R. Bonghi, in Alti dellAccademia Ponlnniana, LVHI (1928), pp. 248-285): Anche lo scrittore doveva essere, per lui, un mezzo di agire... >.
t) Anche i critici riconoscono queste qualità in Bonghi: vedi B. CROCE, op. c'W., p. 82 ( ...Nella sua opera politica, parlaroontare, sociale, fu uno spirito profondamente devoto alla patria e fervido di operosità civile ) e A. FRANCIIKTTI, R. Bonghi, in Archivio sierico italiano, XXVII (1896), pp. 1-31.
2) Anche B. DB CESARE (R. li ori uhi nella pò Litica ; commemorazione, letta a 'V-paU il 15 dicembre 1895, Città di Castello 1896) e W. MATUSI nella prefazione olle opere di Bonghi (v. XII, p. ili) inidstotio tulhi qualifica tifi < uomo politico .
3j C. MORANDI, Opere di R. Bonghi, in Primato, in (1942), p. 436.