Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1973
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Mbri e periodici
più stretto bisogno, ed a guardarsi in bipede Ini sommiti istrargli checchessia poteste direttamente od indirettamente giovare a progetta di diserzione (p. 64).
MENATO GIUSTI
CARLA LODOLIM TTJPPUTI, 1M Commissione governativa di Stato nella Restaurazione pontificia (17 luglio 2649-12 aprile 1850) (Archivio della Fondazione italiana per la storia amministrativa. 12); Milano, Gióffrè. J970, pp. 181.
Lo studio delle restaurazioni nello Stato della Chiesa, operate dal 1815, dal 1831, dal 1849, ci sembra aver fatto un ulteriore guadagno in questi ultimi tempi, non foss altro per una più serena disponibilità recettiva generale di noi lettori di fronte a certi temi di storia pontificia della prima metà dell'Ottocento. Al rivedere scritti di Quazza, Gli i sai ber ti, Petrocchi, Demarco, Alatri, Aquaronc, che sono soltanto esempi di un ormai classica letteratura sullo Stato pontificio, ci par di misurare meglio di quanto non ci accadesse in primi incontri lo portata di talune idee, la forza di eventi o l'impegno di uomini. Forse si è fatto posto ad una più pacata percezione di vicende, istituti, leggi, in virtù di nuovi pensamenti, di una tendenza a rivedere il concetto di restaurazione, marcatamente per gli anni 1815 e seguenti, nella ricerca di possibili valori positivi nel seno della restaurazione stessa. Comunque le vecchie cose dello Stato ecclesiastico sono sospinte verso una zona della storia in cui non si dissacra più né più si privilegia, per un .precostituito giudizio di dissenso o di favore, l'azione della gerarchia prelatizia, e, d'altra parte, congenialmente, diremmo, a tale clima, si profilano davanti a noi ricostruzioni di storia dello Stato pontificio, atte a fornire attraverso una decisiva versione del meccanismo amministrativo un senso completo di una realtà. E non si ritiene inutile ricordare hi proposito un lavoro di questi armi di Roberto Ruflilli, Va p podia mento ed il riassetto ilei quadro territoriale nello Stato pontificio (Milano, 1968), e, in corso di pubblicazione, gli Atti detta Commissione governativa di Slato netta Restaurazione pontificia del 1849, ad iniziativa di Carla Lodolini Tupputi.
Ma vogliamo ora concentrarci neuo sforzo felice Sostenuto insieme alla trascrizione di tali Atti dalla stessa Lodolini Tupputi con hi pubblicazione di questo studio sulla mede' sima Commissione. Il libro è aperto, va detto subito, a motivi più larghi di quelli specifici, che sembrerebbero a prima vista appartarlo in una sorta di produzione interna. Vi si rivive pienamente la difficile vicenda del. Papato in Italia nel momento di estrema delicatezza che furono gli armi '50, in cui al migliore cattolicesimo toccò lo spettacolo di prove repressive dell'autorità pontificia, condotte nell'ombra della politica di compressione dell'Austrie e nella ricerca di una legittimazione propria di mezzi contro il rigurgito dell'a empietà , del socialismo n, dell'a anarchia , con cui il deprecato Quarantotto pareva aver minacciato l'intiera Europa. Per vero, I autrice non abbandona mai la linea di storia amministrativa, nel. piano dell'Ente che patrocina questo tipo di ricerche. Ognuno troverà però che, anche nella fedeltà all'intento di illustrare ciascuno degli strumenti di ripresa dell'antico sistema di governo o dell'introduzione di nuovi moduli di potere, non si vanifica mai in lei una flottile e riservata coscienza di quanto di avanzalo e di libero si veniva sacrificando per un programma di piena intransigenza, e i riferimenti al vicino passato, all'esperienza laica del 1848, por lo più collocati in nota, formano una sostanza storica notevole, ovviamente preziosa a tutto II lavoro.
Né il linguaggio dclln I.,. T.. ohe di necessità tende a farsi, imparziale e staccato, riesce a celare una1 fecondila predilezione per certi temi come la conservazione o il rigetto delio statuto del '48, o come l'alternativa di un temperamento preventivo dei metodi autoritari hi mancanza di costituzioni, o come il gioco di un Luigi Napoleone Bonaparle ai danni del liberali francesi. Attraverso l'opportuna citazione dì lettere, memoriali, dispacci del futuro imperatore, lo L. T. induco a pensare alla buona fedo di alcuni personaggi della truppa d'occupazione comò lo stesso Oadlnot a Li Roslobin, intestatari di quelle missive, sorpresi dalla politica temporeggiai r ice del loro capo, più disposti a favorire II man te ni