Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <609>
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Libri e periodici 609
monto di una condotta del regimo papale, se non rispettosa dello carta istSttìriònale del '48, vicina almeno alla traccia del Memorandum del 1831 (sul quale ci torna alla memoria la fondamentale pagina della Morelli del suo libro sul cardinale Bcrnelti).
L'idea di un discorso sulla Commissione governativa di Stato è nato nella L. T. dal­l'occasione che ella ha avuto come funzionarla dell'Archivio di Stato di Roma di riordinare il materiale archivìstico relativo appunto alla Commissione, quello precisamente rinvenuto nell'omonimo fondo, a Commissione governativa di Stato . Ma la L. T., mettendo pure ih un libro i suoi risultali, ba voluto portare a unità l'informazione cercando anche altrove, presso l'Archivio Valicano, materiale attinente alludiamo, ad esempio, alle carte della Corrispondenza di Gaeta e Poetici. o presso altri archivi sempre nel territorio dell'antico Stato pontificio, quelli cioè di Ancona, di Ascoli Piceno, di Perugia, e integrando il lavoro con una ricerca cronologica di tutti i disposti legislativi che pure si collcgasscro in qual­che modo al concetto dell'opera chiesta dalla volontà del sovrano alla Commissione. Da tutto questo è uscito uno studio organico, che potremmo scandire in momenti storici ;te*' nendo d'occhio la configurazione dei capitoli, momenti che insistono in un arco di tempo più ampio di un bimestre, poiché alla L. T. importa soprattutto di vedere come prenda a vivere e si consolidi l'istituto che esamina. Una prima fase dunque, punto di partenza del­finiera ricerca, pub riguardarsi nell'identificazione da parte dell'autrice della generale si­tuazione dal luglio all'inizio dell'agosto 1849, nella quale i Francesi, a parte la presenza di Spagnoli e Austriaci in altri luoghi dello Stato, divisero i pieni poteri dell'occupante responsabilizzandosi verso l'assente padrone con l'incaricarsi di insediare senza dannosi squi­libri le provvisorie strutture dello Stato, oltre che, s'intende, di provvedere ad ogni neces­sità della vita quotidiana. Si penserebbe ad una forma di diarchia, costituita dalla forza dei presidienti la città e dal virtuale incombente potere delle antiche gerarchie, ma la L. T. non biscia consolidarsi una simile impressione di compromesso poiché subito rileva la pre­valenza di un ruolo permissivo e modera tislico dei Francesi in quelle settimane, più visi­bilmente, poniamo, nei confronti della circolante moneta repubblicana, preziosa anch'essa per chi non aveva altro da spendere, oppure nei riguardi di certo personale coinvolto per servizio prestato, ex novo o non, nella Repubblica mazziniana. La L. T. coglie ovviamente 11 termine dialettica di opposizione a questa singolare attitudine liberaleggiante nell'intran­sigenza del Pro-segretario cardinale Antonelli, un politico disposto ad un'impietosa epura-, rione e pronto, come sappiamo, ad aiutare l'iniziativa gesuitica, già nell'aria, della rivista Civiltà cattolica, quella che significò poi per i laici un coagulo di spirito reazionario e sui pruni tempi della quale vale sempre u* noto articolo del Dal Pane.
Un secondo momento storico può dirsi iniziare con il Proclama lanciato il pruno ago­sto, all'indomani del suo arrivo in Roma, dalla Commissione governativa di Stato, prean-nuncàanlc la nomina di a uomini integri e versati nel ramo delle specifiche attività. Gli fece seguito nell'agosto il conferimento degli incarichi dei Ministeri dell'Interno e Polizia, di Grazia e Giustizia, delle Armi, del Commercio, delle Belle Arti, Industria, Agricoltura, Lavori pubblici. E fu anche operata hi scelta di alcuni consiglieri della Commissione stessa, la quale peri) tenne la sua prima adunanza generale in Roma soltanto il 22 agosto, dopo' che era stato dato un primo coordinamento all'attività dei Commissari straordinari per i territori di provincia (p. 75) dei quali qualcuno era già nella sua sede dal. maggio per precedente nomina papale come monsignor Bedini a Bologna in rappresentanza delle quat­tro Legazioni e dopo che erano state sistemate talune questioni come quella dei difficili
rapporti del Commissario straordinario per le Marche col generale austriaco Wimpffén.
Ma il provvedimento legislativo più politicamente urgente, giustificato dalla dichia­razione di nullità di tutte le iniziative prese entro i confini dello Stato da parto del go­verno repubblicano dopo il 16 nov. 1848, fu l'affare dei beni ecclesiastici, condannato già dal 26 maggio '49 in Bologna e avversato quindi con ogni forza dalla Prosegroteria e dalla Commissione governativa nell'intero territorio. E nella discussione di questi temi, nella graduale rivendicazione di competenza all'autorità pontificia, soprattutto in materia processuale, avveniva un ducilo non sempre al fioretto, come si suol dire, uno frittone che noi pare tra le migliori cose trattate dulia L. T. Ovviamente la posta immediata per la parte pontifìcia era la cessazione o la massima attenuazione di qualsiasi provvedimento di ispirazione laicale, onde le consegna da parie del Francesi al Ministro di Grazia e Giustizia