Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <610>
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610 Libri e periodici
li 104 arrestali per reati cornimi e la remissione ni Consigli di guerra francesi di tutti i processi politici già iniziali al 1" agosto *4'> venivano a segnare un diaframma dietro il quale si salvava la faccio dello due autorità conviventi e soprattutto di quella pontificia. Souo efficaci pagine ancor queste nel lavoro della L. T., non solo in quanto recano un contribuio di conoscenza. In fondo si tratta del salito conflitto: Stato della Chiesa e occu­pami figurano di fronte l'uno agli altri come nell'atto di contendersi II terreno, e si rivela insensibilmente a matto a mano la lunga esperienza diplomatica dei prelati nell'avocare a se l'ufiicio della iiulizia politica e della pubblica, sicurezza. Ha l'aria di un'escalude pontificia nella capitale, dove ì Francesi coprivano ancora persone compromesse e addirittura colpite da mandali di cattura dal neoininistro di Grazia e giustizia o gravemente pregiudicate come nel caso noto del Lunati.
In quell'agosto la Commissione ponsò a rivendicare la vita delle amministrazioni locali, insomma pretese il vaglio della condotta dei pubblici dipendenti, quel die era il punctum dalens per il sovrano, con una politica di rigore anche nei casi di ehi era stato forzato ad aderire alla Repubblica, e la L. T. in opportune postille rammenta il decreto del febbraio dell'/lssemWea costituente romana e la pressante circolare del 1 marzo del* I allora ministro dell'Interno, Saffi (pp. 87 sgg.), e ancora l'atteggiamento di gratitudine della Commissione verso i fedelissimi che avessero preferito le dimissioni o l'esilio in at­tesa di eventi. In questo spirito, il medesimo che in altri tempi fece nascere l'istituto della Congregazione di vigilanza. (1826) e la Commissione incaricata di formare un piano sulla scelta, gli avanzamenti e la condotta dei pubblici impiegati (1832), la Commissione gover­nativa istituì, sempre nell'agosto, un Consiglio centrale di censura, composto di 10 mem­bri, con l'incarico di accertare il comportamento di tutta la classe impiegatizia dello Stato; e fu ancora con questa forma mentis che essa emanò nel settembre la Notificazione, impo­polare in Italia e all'estero, riguardante l'amnistia, che fu il provvedimento equivoco e inu­tile che si sa. Con eguale intento si operò un repulisti tra i quadri dell'esercito, una restau­razione reazionaria e imperita , direbbe il Ghisalberti, impropizia ad una serena ripresa della vita militare nel territorio pontificio.
Nemmeno salutare l'intervento di circostanza in materia finanziaria dei primi di ago­sto per alleggerire il mercato della carta moneta emessa dai governi illegittimi, che fu sva­lutata di 1/3 rispetto al valore normale (p. 124): vi fu la consueta battaglia a petto delle norme emanate dal generale Oudiuot, più indulgenti, e nel territorio non fu univoco il comportamento in merito a questi valori per le diverse situazioni politiche ed economiche. Le conseguenze si avvertirono ben presto dagli istituti bancari, che si vedevano paurosa­mente diminuito il loro capitale sociale, ma un danno immediato si abbatté su chi aveva avuto rapporti diretti di lavoro con l'autorità statale e veniva ora pagato con una moneta decurtata. Un danno maggiore esercitò la concessione di una proroga della monéta erosa, quella a portata di mano delle classi più disagiate, ohe non fu ridotta di valore ma il cui corso ricevette appunto una troppo breve proroga (30 gg.), ' va fatto eredito alla L. T. di aver descritto la situazione di difficoltà dei ceti più indigenti, salariati in testa, soprattutto dopo la soppressione della carta moneta repubblicana (p. 130). Il risultato fu un diffuso malcontento, e un'aria di sommossa venne dissipata solo dalla presenza delle truppa fran­erai, e unicamente per questo i cardinali desistettero dall'idea di allontanarsi da Roma, il ohe segna anche una piccola débàcle per la Commissione. Ciò non impedì tuttavia alla Commistione stessa di agire contro la Banca romana, che a sostegno del governo repubbli­cano aveva emesso una somma cospicua in carta, e cosi di procurarne l'isolamento e il fai* Umenio o infine la sostituzione a mezzo della neonata Banca dello Stato pontificio con sede principale a Roma e confinali a Bologna e ad Ancona, cosa che era già fatta osservare anni fa dal Demarco. La manovra veniva a colpire anche una certa percentuale di risparmia­tori, borghesi, tendenzialmente liberali. Anche sotto questo profilo i tempi si facevano seri dunque per i liberali, a parte la condanna ufficiale alle libere istituzioni pronunciata il 12 aprile 1850 dal papa In Concistoro, che poteva essere anche un fatto dimostrativo ai fini di una certa pacificazione di vecchi ambienti retrivi non solo della città di Roma. Le voci di m> ritorno al Memorandum del 1831 possono pure dir qualcosa di diverso, ma e aerto che fu fissato un nuovo Consiglio di Stato, un ordinamento nuovo dei Ministeri, una legislazione sulle province e sui comuni, oltre che una Consulta sulh finanze, ed è