Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <614>
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Libri e periodici
intorno al 1848-49 e il ripensamento e la discussione sul nodo storico alla metà del secolo. In tal senso Cattaneo, Ferrari, Montanelli e Fisacane studiano e discutono tanto il pro* blema del loro tempo sotto il profilo politico, istituzionale ecc. quanto lasciano intravvedere le linee di svolgimento della società civile, gli interessi sociali, la parteci­pazione delle classi popolari al moto di unificazione nazionale. La premessa dcirOnufrio offre un utile ripensamento della storiografia italiana ed un intelligente recupero, in chiave politica, specie per i giovani, di scrittori e uomini politici che meritano di essere più conosciuti proprio per certo radicalismo di pensiero e di azione.: Se il Mazzini, in un'ideale antologia del genere, avrebbe avuto la parte principale (e bene ha fatto l'autore a tralasciare l'apostolo genovese, al quale può essere dedicato un volume a parte), altre figure come il Manin, il Bertani ecc. potevano forse essere prese in consi­derazione.
a Gli scritti dei democratici radicali, federalisti e socialisti, rappresentano un aspetto non più trascurabile del processo di formazione del nostro Stato: l'espressione, potremmo dire, dell'ala contestatrice da sinistra del riformismo moderato, del fuaionismo monarchico, dell'egemonia borghese del movimento nazionale. Ma c'è di più, ed è che in qualche modo i loro autori anticipano anche taluni aspetti della polemica che la democrazia radicale e socialista condurrà, negli anni successivi all'unificazione, contro le pratiche trasformi­stiche dei governi liberali, la retorica patriottarda e Io sciovinismo dell'alta e della media borghesia nostrana ... (pp. 18-19).
RENATO GIUSTI
ALESSANDRO GALANTE GARRONE, 1 radicali in Italia (1849-1925); Milano, Garzanti, 1973, in 8, pp. 428. L. 4.800.
Per quanto possa sembrare singolare, è questo il primo lavoro d'insieme sul radica­lismo italiano, dalle lotte risorgimentali preunitarie al fascismo. Sinora, infatti, i princi­pali contributi allo studio del movimento radicale in Italia, e in primo luogo quello di Giovanni Spadolini (2 radicali dell'Ottocento. Da Garibaldi a Cavallotti., Firenze, 19723) e di Raffaele Colapietra [Felice Cavallotti e la democrazia radicale in Italia, Brescia, 1966), si erano sempre limitati ad un arco di tempo più circoscritto, concentrando inoltre l'atten­zione su alcuni personaggi di maggior rilievo. Che quésta situazione storiografica sia du­rata cosi a lungo è tuttavia abbastanza comprensibile, quando si pensi al carattere così poco articolato e definito del radicalismo italiano, al modo sempre piuttosto sfuggente nel quale la sua evoluzione per oltre tre quarti di secolo si presenta all'occhio dell'indagatore.
Di questo movimento politico cosi elusivo, ma anche così affascinante per la ric­chezza dei suoi motivi, la sua plasticità rispetto a tanti problemi di fondo dello sviluppo dello Stato unitario, il fitto gioco di rimbalzi nei maggiori suoi protagonisti fra posizioni politiche c 'Impegno morale, Galante Garrone ha rievocato per la prima volta in maniera completa la storia, affidandosi a una narrazione distesa, non priva di venature didascaliche, sempre vigile nella scelta dei particolari da lumeggiare più da vicino e misu­rata pur nella costante incisività del giudizio. Quello che poteva sembrare un fantasma acquista eoa, senza forzature, corposa concretezza e la funzione svolta dal radicalismo, so­prattutto nei tre decenni ohe vanno da Roma capitale alla crisi di fine secolo, emerge e si precisa mano a mano con piena naturalezza.
Le origini del radicalismo italiano si identificano in notevole misura con la strate­gia e Fazióne dì Agostino Bertani e giustamente Galante Garrone vi da ampio spazio nei primi capitoli del volume, mettendo bene in rilievo le ambiguità ma anche le valide mo­tivazioni dell'opera politica del medico lombardo, tutto impegnato a dare battaglia entro il quadro delle istituzioni vigenti, ma senza abbandonare le riserve rivoluzionario degli anni precedenti . Un impegno che. Inevitabilmente, lo costringeva o ondeggiamenti e infin­gimenti nelle due opposte direzioni e reso di ancor più difficile realizzazione dalla man­cata disponibilità di una forza politica bene organizzata. Proprio a creare una siffatta buse polìtica furono diretti gli sforzi maggiori e costanti di Bertani dopo l'unità, sforzi ohe coin­cisero in buono parte, appunto, con il graduale processo di coagulazione di gruppi e perso-