Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
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1973
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pagina
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621
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Libri e periodici
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nuova Italia , diretta da Nino Valer) ha sedilo nella Presentazione che in queste lettere si delinea un De Sancìis " elettorale " clic ha singolare affinila di intonazione con quello del celebre Viaggio , H Viaggio elettorale, però. ohe Nino Cortese ha ripubblicalo nel 1968 seguito da discorsi biografici, dal taccuino parlamentare e da scritti politici vari, nelle a Opere di Francesco De Sanetis dirette da Carlo Muscelta per l'editore Einaudi costituito, com'è noto, da una serie di lettere inviate albi Gazzetta di Torino dal 1 febbraio al 1 giugno 1875, coglie questa attività in un momento di particolare rilievo politico alla vigilia della caduta della Destra, mentre le lettere politiche ora raccolte consentono di seguire in un arco di tempo ben più ampio, dal 1865 al 1880, la partecipazione del De Sanetis alla vita politica attiva. L'autore della Storia detta letteratura italiana e dei Saggi critici rappresentò alla Camera per nove onni dal 1866 al 1875 il collegio di San Severo. II suo collaboratore più vicino fu appunto Vincenzo Gcrvasio, fornito di doti morali e civili non comuni, tanto che nelle lettere il rapporto fra i due si configura in modo da superare il consueto rapporto tra deputato o notabile locale e capoelettore, Gervasio non era, cioè, soltanto chi procacciava voti al De Sanetis e faceva propaganda per favorire la sua elezione, ma aveva una sua precisa personalità che è merito del Gifuni aver rivelato, mettendo a fuoco una profonda e sincera amicizia e una autentica spirituale consonanza, cogliendo la comunanza di ideali e di affetti, di .sentimenti e di passione politica che univa i due, evitando sempre qualsiasi forma di retorica celebrativa. Ma al di là di questa intesa, ciò che costituisce un profondo motivo di interesse per chi voglia conoscere, fuori di schemi pre-costituiti, il De Sanetis politico di quegli anni, è il modo in cui il grande critico intendeva il rapporto fra il deputato e i suoi elettori, a Io debbo sentir tutti, rispondere a lutii, elettori contrari o favorevoli, poco importa, e dove posso, e dove mi par giusto, aiutarli con l'opera mia. Queste non sono relazioni che io mi abbia con tale o tale, ma è adempimento del mio dovere, come io l'intendn.E non solo questo non deve autorizzare nessuno a porre in dubbio la mia onestà, che nessuno ancora al mondo in tante lotte politiche ha messo in questione, ina e un argomento a dimostrare a quanta delicatezza io porti il sentimento del dovere. Non bisogna accreditare l'idea che ci sia un piccolo numero di persone per mezzo delle quali passino le raccomandazioni al deputato . Cosi scriveva De Sanetis al Gervasio il 30 luglio 1866, in un momento altamente drammatico che induceva non soltanto ad amare riflessioni, ma a precisi e netti giudizi sulle pesanti responsabilità della classe politica: Si è rivelato tutto il fradicio che era nelle amministrazioni e che non si può guarire se non col ferro e còl fuoco. È la missione del partito progressista finirla una buona volta con tante camorre e camarille e consorterie . D'altronde non erano stati i rovesci militari dell'estate del '66 e la relativa crisi politica a generare questi giudizi. Già nel novembre del '65, riprendendo un motivo largamente diffuso e ripetuto ncWItalia. il giornale dell'Associazione unitaria costituzionale di Napoli, a partire dal 1863, il De Sanetis aveva esplicitamente dichiarato che <r il nemico vero non era il partito progressista ma il partito clericale-borbonico (n non temo la rivoluzione, temo la reazione e contro questa dobbiamo star tutti armati ). Certo l'esperienza della guerra contro l'Austria aveva confermato e precisato certe analisi del De Sanetis e accelerato una sua nuova collocazione polìtica che lo porterà alla definitiva rottura con la Destra e alla Arma del manifesto dell'opposizione parlamentare del 14 febbrafo 1867: l'acquisto del Veneto avrebbe dovuto ehi udore le preoccupazioni di politica estera e dare inizio all'epoca delle serie e ardite riforme interne ohe non potevano essere opera del partito moderato, compromesso nel malgoverno... e che non può disfare un edificio composto tulio di sue creature ed amici, ma dovevano essere portate avanti da un partilo nuovo e progressista, sorto a sullo rovine dell'antica destra e dell'antica sinistra . I motivi espressi In questa lettera al Gervasio del 9 settembre 1866 riprendevano temi largamente presenti nella pubblicistica di quegli anni e affrontali dallo stesso De Sanetis: Questa trasformazione de' parlili... che prendesse in so il meglio degli antichi elementi, sembrava utopia, quando io l'invocava e la preconizzava nvW'ltalìax oggi è voluta ed Invocata do' giornali più patriottici . ricorda lo stesso critico irpino nella lettera appena aitata. Sul problema delle riforme interne, poi. De Sanetis si era espresso con estrema chiarezza hi un dibattito olla Camera nell'estate del '64 ( dobbiamo fare in modo che la modestia della nostra politica estera sìa compensata dall'audacia della nostra politica interna ) e nel programma elettorale del 1865, a un anno chea dalla guerra contro l'Austria per la