Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <629>
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Libri e periodici 629
nesimo e positivismo do parte di uomini come Ghisleri e Cola Janni, così come gli esponenti in genere della scuòla repubblicana, i quali furono positivisti, o. comunque, furono a assor­biti nel clima positivista . Per Macchia, <r il punto di riferimento va cercato nella morale ardigoiana. presentata non a caso per la prima volta sulla Rivista repubblicana di Ghi-sleri . Sulla base dell'assunto che il positivismo salva scientificamente la moralità . gli esponenti della scuola repubblica uà svalutano il fattore religioso, necessario a Mazzini per fondarvi la moralità, ma <i si sentono sul suo stesso piano per la concezione della storia come progresso, della vi ta come azione disinteressata per l'attuazione di fini etici) attra­verso l'espressione estetica, la ricerca scientifica e la lotta politica . I Ghisleri, i Colajanni sono, dunque, credi morali di Mazzini, non credi filosofici. ÀI mazzinianesimo di Co­lajanni dedica, in questi Atti, molta attenzione anche Tramarollo. che opportunamente periodizza l'evoluzione del pensiero dell'uomo politico di Castrogiovanni, ma. al di là delle schematizzazioni, sottolinea come egli sia stato un notabile , per quanto intemerato, nella vita politica siciliana e un isolato in quella nazionale. La stessa Rivista popolare fu un foglio personale di Colajanni. Eseluse le classificazioni, tuttavia, a Tramarollo sembra pos­sibile dimostrare un'evoluzione dal positivismo al mazzinianesimo, evoluzione da inquadrarsi nella crisi del positivismo e nella reazione volontaristica, intuizionistica e neoidealistica. Le cause dell'evoluzione vanno ricercate, per Tramarollo, nella personalità di Colajanni, scienziato positivo come Cattaneo (statistico, demografo, sociologo, criminologo) cui non potè non ripugnare ben presto lo scientismo retorico e il materialismo banale del positivismo socialista. Dal rapido, nonché sicuro, esame della personalità scientifica e culturale del Colajanni, Tramarollo fa derivare le ben note avversioni (per Enrico Ferri, per Lombroso) e le rinnovate propensioni per i valori di nazionalità, di patria, di libertà e di democrazia. Si può dire che proprio l'atteggiamento del Partito Socialista di fronte alla crisi europea sia stato determinante per l'ultimo approdo, integralmente mazziniano, di Colajanni. Il quale (su questo concordano e Tramarollo e Arturo Colombo) rifuggì sempre dall'ossequio acritico per le mode correnti, preferì tenersi legato ai fatti e agli insegnamenti dell'esperienza. Nel saggio di Arturo Colombo, del resto, vien fuori Colajanni a tutto tondo, spirito positivo, cresciuto nel solco della scuola di Cattaneo , che è presente, in modo continuo e corag­gioso, sulla scena italiana, sia nell'impegno culturale che nella battaglia politica. Esperienza e storia sono al (ondo del suo impegno, come appare chiaro nella battaglia meridionali­stica, nella quale il suo ruolo non si può confondere con quello di conservatori, anche illu­minati, come un Fortunato, un Frauchetti. un Sonnino. Caratteristico, mi sembra, per quanto riguarda il Mezzogiorno, la sua visione formatrice della soluzione che il problema urgentemente richiede. L'idea federalistica è l'ispiratrice della sua linea, contraria all'ac­centramento dell'apparato di governo in nome di una democrazia di base, che, come scrive Colombo, sollecita la partecipazione diretta delle masse popolari, e offre l'esempio di una coerente alternativa politica .
Un aspetto importante della poliedrica attività di Colajanni è lumeggiato nel saggio di Roberto Ario iti. Ricerche del primo Novecento sulle misure dello sviluppo economico, dal quale balza fuor! lo studioso di statistica e il demografo, il ricercatore che, nel 1913, analizza il' progresso economico italiano dall'unità al primo Novecento. Arlotti si sofferma opportunamente sul metodo di lavoro di Colajanni, del quale rileva la padronanza delle tecniche estimative della ricchezza nazionale, l'accuratezza dell'analisi ohe conduce a pro­posito dell'agricoltura, dei salari e dei consumi. Ariotti accomuna Colajanni a Martora, affermando che le loro opere, allo vigilia della grande sintesi di Corrado Cini (1914), et rap­presentano i massimi livelli di organici là e di elaborazione raggiunti dalle due scuole eco­nomico-statistiche impegnate ull'inìvio del secolo nella misurazioni dello sviluppo economico .
Infine, ricordate le pagine, invero troppo esili, di Enrleo' Bassi (ina il tema Ila già ricevuto altrove ampio esame)* una parola sulla Nota biabibliografiaa di Vittorio Permeatolo. Solitamente, il lettore scorre distrattamente tali note, rinvia a quando se ne presentasse la necessita, un più attento esame. Devo confessare di aver lotto con crescente interesse la Nota sulla vita e sulle opere, vera e propria, ed utilissimo ricostruzione, attraverso l'anno (azione, onesta ed amorosa, di fatti salienti della vita, lo ripartizione legislatura per legista-