Rassegna storica del Risorgimento

CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno <1973>   pagina <637>
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Lièti e periodici
genti della S.E.B.. erano interessati , il Grosoli era teso, soprattutto, a servire la oàusa della stampa cattolica. 11 Grosoli e ìli Trust, conclude Pappimi, anche sulla base delle poche let­tóre pubblicate, servirono a preparare l'avvento del Partito Popolare Italiano.
Un secondo gruppo di scritti degli Atti, pur essendo di diverso argomento, può consi­derarsi omogeneo per il carattere particolaristico dei suoi temi: è il caso del saggio di Leo­nida Balestreri sulla Liguria Mostrata (1913-1916) e di quello di Victor Balestreri sulla Gozzetto di Genova, che, peraltro, consentono di gettare uno sguardo non superficiale alla realtà genovese; è il caso del saggio di Adriana Barbina sulla propaganda austriaca in dia­letto friulano durante l'invasione del 1917-1918, in cui si dà conto di alcuni manifesti propagandistici dell'Austria-Ungheria di Carlo I sul finire della guerra; è il caso del fine profilo di Gabriele D'Annunzio giornalista, tracciato da Achille Bosisio; e si potrebbe (e dovrèbbe) continuare.
Infine, mi sembra utile citare autonomamente le poche, ma succose, pagine di Glauco Licata sul Carriere della Sera e la Trìplice, nelle quali fautore si occupa dell'atteggia* mento del giornale di Alberimi nei confronti dell'alleanza, dal quarto rinnovamento (28 giu­gno 1902) alla denuncia (maggio 1915). Un lungo periodo, e ricco di eventi capitali per la storia del paese. Licata traccia con mano sicura la parabola del Corriere nel campo della politica estera, dal filotriplicismo (ma coni una precisa distinzione tra Germania e Austria: la prima avrebbe dovuto aiutare Italia e Austria ad andare d'accordo per la con­servazione della pace) alla convinzione dei vari corrispondenti esteri del giornale che la guerra all'Austria sarà inevitabile, dalla preoccupazione per soluzioni de) problema delle varie terre irredente che metta in pericolo la sopravvivenza stessa dell'impero austro-ungarico e la sua funzione di equilibrio politico e sociale alla sempre maggiore difficoltà che il gior­nale dimostra nel controllo degli umori e degli orientamenti dell'opinione pubblica irre­dentista. A un certo punto, la distinzione tra Germania e Austria non basterà più, e la linea del a Corriere muterà definitivamente. Al riaccendersi del focolaio orientale con le guerre balcaniche, nel 1912, il giornale giungerà a consigliare il rinvio del rinnovo della Triplice, fino a che le tre potenze alleate non abbiano trovato una linea di condotta co­mune da seguire dì fronte al problema della Turchia europea. Ma il trattato viene rinno­vato ugualmente. Il Corriere , pur continuando a professarsi triplicista, conlesta aperta­mente all'Austria la supremazia sui Balcani. L'antigiolittismo di Alberimi cresce di. fronte all'ottimismo del Giolitti. Il fallimento dell'opera trentennale della Triplice in favore della pace significa anche il crollo della visione della vita europea che il Corriere aveva soste­nuto e vagheggiato.
GlANNANTONlO PALADINI
GIOVANNI GENOVESI, La stampa periodica per ragazzi da Cuore a Chmlìe Broum Parma, Guancia, 1972, in 8. pp. 321. L. 4.500.
L'autore di questo volume si propone di esaminare come la stampa periodica per ra­gazzi si sia inserita nella vita italiana ed in che modo, fino ad oggi, si sia rivolta ai suoi piccoli lettori, con Io scopo dichiarato di vedere come essa, che è stata spesso, nel passato, : espressione di ben determinate concezioni pedagogiche e di pregiudizi sociali , possa dare impulso alla formazione di forze nuove nel quadro di sviluppo di una società nuova e democratica.
Il saggio di rapida ed agevole lei tura, die abbraccia un periodo di circa settanta anni, dagli musi del '900 ai nostri giorni, con un capitolo introduttivo che affonda le radici nel* 1*800* sottolinea l'evolversi di questo tipo di pubblicazioni in relazione agli eventi storici e, attraverso l'esame dei temi e del linguaggio, anche figurativo determina la funziono ed il peso di questo importante mezzo di comunicazione.
La delimitazione cronologica non è casuale: solo nell'età giolittiana (1903-1914), se­condo l'autore, sarebbe possibile individuare un risveglio democratico, un fermento nuovo nella vira sociale e politica italiana, che contro tutte le pregiudiziali della pedagogia uffi­ciale e della critica letteraria conformista, permette finalmente di cercare una nuova via, un
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