Rassegna storica del Risorgimento
CRISPI FRANCESCO CARTE; MANCINI PASQUALE STANSLAO CARTE; MUSEO
anno
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1973
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pagina
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644
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pibri è periadici
espansionismi europei, proprio quando ratea orientale del continente, dove sorge il suo spazio, no viene investita.
Affermandosi sullo forze centrifughe dei particolarismi locali e sulla tendenza tradizionalìstica, intesa a chiudere il regno entro le siepi della sua orgogliosa antichità, il negus pur diffidente e conscio dei pericoli, entra a contatto con gli imperialismi europei; li con--(zappone e addirittura li imita con spedizioni e rivendicazioni territoriali ai suoi fluidi con* fini, mentre essi cercano di subordinarlo ed assorbirlo con l'imperiosa formula del protei torato o con più velate forme di tutela.
Col trattato di Uceialli paga all'Italia l'aiuto nell'ascesa al trono imperiale, ma presto sfugge alla sua presa, negandone sdegnosamente le implicazioni di dipendenza, ') e contro l'assorbimento italiano si appoggia alla Francia e alla Russia, che ne preservano l'in dipendenza sul piano diplomatico e lo dotano di mezzi e di armi in vista dello scontro sul campo.
Buona regola politica è per il sovrano etiopico impostare rapporti con la potenza più lontana ed emarginata, cioè la Russia, che compensa distanza ed emarginazione con una seducente capacità di avvicinamento propagandistico, psicologico, religioso, attraverso strane missioni, capaci di suggerire il senso di recondite, riscoperte affinità e d'una fatale alleanza. Al fondo di queste missioni, condotte con effettiva scarsezza di mezzi, da uomini ambigui e socialmente mediocri, ma a loro modo pratici ed. intuitivamente dotati (quali Acinov, Maskov, Leontev), è una misi ideazione, che trasfigura l'entità dei contatti, entro un ambiente primitivo che le si presta, in fondo giovando ad entrambi i paesi.
Il negus, che, nel contesto barbarico del suo regno e nelle difficoltà dei suoi rapporti con le potenze europee, ha bisogno di prestigio e di appoggi, sta al giuoco: fino ad un certo punto ci crede incantato ma soprattutto se ne vale, disincantato ed astuto, per far sapere di avere le spalle coperte dall'immensa Russia e per ottenere, oltre le plateali dimostrazioni, concreti aiuti.
Il mito propagato, con la partecipazione di religiosi alle missioni, è la somiglianza o addirittura l'identità delle due confessioni, l'ortodossia ed. il cristianesimo copto, dietro cui avanza verso l'Etiopia il proselitismo della Chiesa russa, commisto di panslavismo e di motivi nazionalistici.
Il governo ed in particolare il ministro degli esteri Giers perseguono altre direttrici d'espansione, in Asia e nei Balcani; non s'impegnano quindi direttamente in Africa ma lasciano libero sfogo a questa spontanea tendenza, che si esprime con romantica enfasi e si proietta verso l'Abissinia con una sorta di pittoresche e disinvolte armate Brancaleone, riservandosi poi di gmocarne i risultati come carta antitriplicistica o fattore di scambio per altre concessioni e di trarne un addentellalo nel continente nero lungo l'importante via di traffici aperta dal canale di Suez.
Di fronte olle proteste italiane, la Russia ufficialmente minimizza il valore politico dei contatti, che .tuttavia acquistano risonanza al suo interno, specialmente quando Leon te v nel 1895 porta con sé, di ritorno dall'Etiopia, una missione abissina, ricevuta con alti onori non solo dogli ambienti ecclesiastici e punslavistici ma dallo zar e dal governo.
Alzando l'Italia hi voce, Pietroburgo le rispondo di non over mai riconosciuto il suo protettorato e di aver quindi il diritto di intcsscre tutte le possibili relazioni con uno Stata ritenuto indi pendente.
Risultano, nel corso della polemica, le deboli basi di un protettorato ridotto a nominale ed unilaterale rivendicazione italiana, senza radici nel paese rivendicato2) e quasi
' K il famoso nodo dell'articolo 17, su cui Zughi si e in precedenza soffermato nella pubblicazione del diario dal conte Augusto Snlimbcni, residente italiano nello Scioa, trovatosi di fronte al negus nella Fuse acuta delia vertenza : Crìspi e M enuli b nel diario inedita del caule Augusto Sufimbeni. Torino, 1956.
2) Venuta meno col ritiro di Salimbeni la rappresentanza permanente, pochissimi furono gli agenti imitarli in Etiopia, tra cui spicca l'ingegner Luigi Capucci.
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