Rassegna storica del Risorgimento
REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno
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1974
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pagina
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7
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'" politicm camminimi* tUgU Siati mudi
del traine! di multo, specie dopo la derisione austriaca Ini 17 di proibir* Hnrooko noi auoi territori Italiani ai coloniali non imperiali attraverso Vanesia Trieste, la difficoltà In rul versavano Io publillnlio flnanao eauao lo porto dai fotti onori derivanti .lai controllo Il una Hnoa doganale di liinxhexxa ira cinturo intorno od esterne spropositata, resero rondanti lo classi al poterò della necessità di eempUnearc orfonUonoaio 11 sistema doianale. Con Regia Po-lenir 4 mano 1818 Q territorio di Genova o Oneglla venne pertanto incorporato doganalmente a quello piemontese o, pochi giorni dopo, emanata una nuova ia-1 riffa allo scopo di contempcraro tra di loro eli interessi economici delle due regioni o della finanza pubblica (14 marco).
La tariffa del 1818 ohe avviavo quel lento processo di assimilazione Ira le due regioni ohe sarà completo a metà del eccolo, era, a parere del Consiglio del commercio moderatamente protettivo; certo è che, assicurando al lettore mono-futturiero una protezione media dalTSO al 130 Cv. permiae a numerose indunirie di vivere in regime di quasi monopolio, perpetuando le antiche forme e metodi di produzione a domicilio. In particolare, per quanto riguarda il aettore tessile, vennero più che raddoppiati I dazi tulle importazioni di tessuti di cotone, pas-sali a lire P. 220 e 325 al quintale a seconda della qualità meno pregiata o più pregiata, e quelli ani tesanti di lana, passati a 275-1.600 lire al quintale. Una delle poche diminuzioni riguardarono il dazio ani rottame di ferro, allo scopo di favorire le ferriere genovesi.
Con la tariffa del 1818 al avviava anche un primo, modcito protezionismo agricolo, elevando il dazio all'importazione sull'olio, ani vini e ani cereali. L'im-posizione su quest'ultimi fa fiatata in lire 2.50 al quintale per { grani importati per via di mare, mentre per le provenienze di terra rimase il vecchio tasso di centesimi 10. La differenza tra le due tassazioni veniva giustificata con la maggiore facilità di trasporto del grano di Pacai leni per via di mare, in modo da assicurare un eerto margine di vantaggio alle biade piemontesi sul mercato ligure. In effetti la produzione piemontese, ratta eccezione per il riso, era msnfiiciente a coprire fl consumo interno, per cui già alcuni mesi dopo, il 30 raglio 1318, fl diritto di entrata di lire 2.50 venne esteso al confine orientale, allo scopo di combattere la concorrenza delle biade del Lombardo-Veneto e del Modenese.n L'apparizione sul mercato dei cereali russi dal Mar Nero, disponibili in grande quantità ed a basso prezzo, mantenne in viva agitazione le classi agricole, che ottennero un nuovo aumento del dazio a 4 lire al quintale nel 1819 e poi a 6 nel 1822. L'artificiosità della politicai protezionista, che ai rivelo Incapace di suscitare un aumento della produzione, malgrado la maggiorazione del prezzo interno conseguente all'applicazione del suddetti dazi, la ai può riscontrare nell'andamento delle importazioni, che si mantennero pressapoco ani mezzo milione di quintali per anno.2*
Gli aumenti di dazio ai tradussero pertanto in un'entrata suppletiva pel Tesoro e in un regalo alle classi agrarie. Per acopi puramente fiscal] furono pure aumentati nel 1821 i dazi sui coloniali, portando quello sul caffè a lire 60 il qui mule e il dazio sullo zucchero a lire 40 per quello non raffinato ed a lire 80 per lo zucchero in pani, ulteriormente elevati a 45 e 100 lire al quintale noi 1825.
O Allo scopo di favorire la cerealicultura sarda con Biglietto 2 settembre 1819 venne ridotto il dono sulle biodo provenienti dalTisoU ad un quarto, misura ristretta più tardi soltanto a quelle trasportate su legni nazionali,
9 R. Bnocuo D'AJAMO, 00. CUT p* 447.