Rassegna storica del Risorgimento
REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno
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1974
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pagina
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8
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In questo periodo IWjuUlO all'iwlarw di graniglia costituiva una d<rfl* maggiori voci delta Importazioni degli S'ali Sardi* eh I aiglr*ti" In HMÌJJ * 11 60 milioni di Mror oltre voci importanti arano 1 coloni e in cotonala prr un ventina di milioni l'anno, pnlll. Une o relativi tassati* iull di azza. Unì in borro o coloniali, lo esportazioni fi ugglravano Invero sul 70 milioni di lini orano costituito por la maggior parto da vini ad oli (10-15 milioni l'anno) aojo a seterie (25-30 milioni) riso, bestiame, canapo, carta, biacca. *) Conio sottolineava ripetutamente 0 Presidente del Consiglio dal Commercio,') fatta eccezione por il 1820, la bilancia commercialo ora stata costantemente passiva per il Piemonte di 1S milioni di lira in media a cauaa opraHutto della politica francete, che ostacolava resporteslone degli organzini, e di quella austriaca, che andava ridu* ccndo tempre dì più l'esportazione del vini plomontoal In Lombardia* a Insomma, concludeva la Svizzera esclusa, le potenxe che ci circondano hanno preso l'impegno di Isolarci, versore il più che possono le loro merci e le derrate nel nostro territorio ed eliminare dai loro Slati lo produzioni del nostro suolo o della nostra industria... >.
La pressione delle class] agrarie e Industriali sol Governo trovava un valido appoppo nella difficile situazione finanziaria nella quale versava il Tesoro, alla ricerca disperala di nuove fonti di entrate contro la coi coalizione le poche voci liberali, qnalj quella del Balbo, non potevano* che rimanere inascoltate. Negli anni successivi pertanto fu adottata rotta una serio di inasprimenti daziari. Per quanto riguarda il settore siderurgico, allo scopo di proteggere le ferriere nazionali il dazio sui ferri in barre fu elevalo nel 1819 da lire 6.50 a lire 20 e ancora nel 1823 a lire 25 U quintale. L'importazione si contrasse da quintali 4.158 nel 1818 a quintali 1.698 nel 1825. Per quanto riguarda le sete, il Consiglio òà commercio boccio nel 1820 la proposta ministeriale di liberalizzare l'esportazione di seta tratta e di ridurre il dazio sull'esportazione degli organzini da lire 3.23 a lire 2 il Kg.: onde proteggere ulteriormente il comparto della tessitura, venne decisa nel 1823 l'elevazione del dazio d'importazione sui tessuti a lire 30 il Kg. Anche nel settore laniero l'insistente domanda dei fabbricanti indusse il Ministero delle Finanze ad elevare progressivamente la protezione sul tessuti più grossolani, di cui si aveva una forte produzione in Piemonte, da lire 2,75 il Kg., previste nella tariffa del 1818, a lire 5 nel gennaio 1824. Le continue pressioni del Consiglio del commercio a favore dell'industria tessile toccavano anche il ramo cotoniero, circa il quale la politica doganale piemontese si limitò fino al 1824 a proteggere la produzione dei filati di più bosso qualità, fino al numero 26, e quella del tessuti; questi ultimi venivano favoriti anche da un premio all'esportazione di lire 0.20 al metro a compenso del dazio all'importazione dei filati. In relazione alla forte diminuzione verificatasi in quegli anni nel prezzo delle cotonate inglesi, con Manifesto Camerale 30 aprile 1824 venne estesa la protezione ai numeri dal 26 al 49, portando il dazio a lire 1.50 il Kg., aumentando per compenso il dazio anche sui tessuti, che pagarono lire 4 so bianchi, lire 5 colorili o tinti e lire 5,50 gli stampati. Stando alle statistiche ufficiali, che non potevano certo tenere conto del contrabbando che si andava rafforzando lungo i con. fini con la Svizzera, il provvedimento ebbe l'effetto sperato in quanto l'importazione diminuì notevolmente:
*1 R. TfeCMBLlONt, Op. ClL, p, 105.
3) Rapporti del 23 settembre 1820 e 2 aprile 1823, citali da R. BnocuO D'AJAWO, OD. Cif., p. 477