Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <10>
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6. - -Il disordino vemitnal a cn'iwr nel tlafnmu tariffari a rauae M nume­rosi toltili provvedimenti protei dallo Auiorlia totlo I pressione delie wrt*> gorle produttrici unitamente eJl'aalzonaa di conelllarn Millo gif Interassi M produttori con quelli dol commerciami t di frenar* M dilagare del contrab­bando, [iidussero la Segreteria degli Interni, dullu quale dipendeva PAxlnuis es> nautica, di farti promotrlce urll'agonio 1827 di una nuova tariffa, circa In quale ottenne dal Re 11 permetta di riunirà un * Congresso > por esaminare le varia­zioni progettato o le osservazioni dol corpi consultivi. Tale t Esterne, clic permet­teva agli interessi coallzzati delle catogorlo di far sentire tutto 11 loro peto, uni­tamente all'opposizione della Direzione delle Gabello alla riduzione di alcuni dazi (acciaio, fottuti di cotone ecc.) porto alla formulazione della Tariffa del 19 febbraio 1830.
Nel settore agricolo 0 desio ani cereali fa confermato a 9 lire al quintale con la contorta riduzione di un terzo per il grano trasportato MI legni nazionali; quello sull'olio d'oliva elevato da 20 a 30 lire il quintale e il dazio ani vini arro­tondato a lire 24 l'ettolitro per quelli comuni ed a 60 per i fini lo bottiglia. I dazi alPcftportazione venivano invece ridotti a cifre puramente nominali, corri­spondenti praticamente a dei diritti di statìstica.
Rispetto alla Tariffa del *18 11 dazio all'importazione ani caffè fa elevato da 44 a 60 lire il quintale e quello tulio zucchero portato di 27 a 45 lire per i tipi da raffinazione e da 54 a 80 su quello in poni. ') Nel settore industriale la proposta dell'azienda dì ridurre 11 dazio sul ferro fu respinta, a seguito della reazione dì Genova e della Savoia riunite, e confermalo il tasso elevatissimo di 25 lire al quintale per quello di prima fabbricazione* mentre veniva portalo a 40 quello di seconda. Per quanto riguarda la seta venne confermata la prece­dente regolamentazione, imperniata sulla protezione della tessitura, che proibiva l'esportazione della seta grezza e colpiva quella degli organzini con un dazio di lire 1*50 al KK., salvo introdurre la nuova voce degli organzini tinti per i quali lo si riduceva leggermente a lire 1,30. Il dazio al]'importazione di testati di seta era confermato a lire 30 il Kg. Nel settore laniero i fabbricanti di fessoti chie­sero la proibizione della importazione o il raddoppio del dazio, giustificando con la scarsa protezione di cui godevano i panni fini contro la concorrenza stra­niera, eoe poteva contare sa materie prime migliori, manodopera meno costosa (e si faceva l'esempio dell'Inghilterra!) contributi agli investimenti o premi al­l'esportazione (come in Francia), imperi coloniali che assicuravano DO facile e sicuro sbocco. La richiesta non verme accolta e la tariffa confermava la prece­dente regolamentazione: dazio all'importazione di lire 1 e 2 al quintale per le lane sudicie e lavate e proibizione alla loro estrazione; dazio protettivo di lire 1,10-1,60 al Kg. sai filati e di lire 5 sai tessuti pari.
Sia i fabbricanti che la Direzione delle Gabelle si opposero alla richiesta dei commercianti di ridurre il dazio sui tessuti di cotone, che pagavano da lire 4 a 5,50 il Kg. I fabbricanti di tessuti di Genova ottennero invece la riduzione del dazio sol filati dal 26 al 49, che danneggiava la loro concorrenzialità, pregiudi-esodo il lavoro di 35.000 persone: lo stesso era stato portato a lire 1,50 il Kg. nel 1824 senza suscitare nel frattempo nessun aumento o miglioramento della
0 Per avere un'idea più concreta sull'incidenza dei dazi In questione aul valore delle 0,0101 * "ma che nel 1830 si registravano a Torino i teguenti prezzi medi nll'ingrosso: grano lire 4,46 per emina da 23,05 litri, olio lira 116,94 per ettolitro, vino lire 18,31 per ettolitro. I dazi sullo zucchero e 11 caffè crono alati gin portati a tale livello nel 1821.