Rassegna storica del Risorgimento

REGNO DI SARDEGNA POLITICA COMMERCIALE 1814-1859
anno <1974>   pagina <13>
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l'agricoltura bigioni U-on l'introduaiono della culture forsgger*, te rotazioni più adeguata ed abbondanti concimazioni) resero cosclenta la ataaM agraria plemon-taaa doll'inutlllta di continuar* nulla via di quel prolbiaionlsmo cerealicolo dive­nuto contrarla ormai ulta lacci economiche dalla specializzazione. Coma dhW strava il Giovanetti in duo memoria pubblicala la quegli anni, ') l'elevazlona dai pressi non buo dare profitto reale al produttore dal grano ne non quando lo smercia all'asterò e questa non ara U caso dal Piemonte ; altrimenti egli dovrà ridistribuirà in gran parla il maggior guadagno tra gli altri muori dello produzione. Parimenti, I capitali che si sottraggono alla bona del consumatore di grano scemano la altre cousumozioni, e quindi gli investimenti in altre pro­duzioni agricole che non osano la produzione di biade, quali il vino, i boxatoli, lo canape, il bestiame, i formaggi, il rìso, al veri mezzi di migliorare la condi­zioni dei possidenti consistono nell'introduzione di una ruota agraria più utile, nella coltivazione di altri prodotti, oltre al graminacei, e specialmente nella pro­fittevole industria del bestiame > alla quale aggiungeva l'allevamento dei bozzoli, par sviluppare il quale riteneva pure necessaria la libera cali azione della seta grezza. La idee libero-scambiste trovavano eco favorevole negli ambienti del Ministero delle Finanze, guidato dal conte Gallina, preoccupati dell'arresto del­l'incremento del gettito doganale, considerato causa del disavanzo di bilancio registratosi a partire dai 1830, e che obbligava a contenera lo spese generali a per In difesa, e Gli sguardi di tutta l'Europa erano allora rivolti al meraviglioso progresso economico dell'Inghilterra. Colà alla teorie liberiate della scuola clas­sica era. seguita la pratica degli uomini di Stato iniziata colle riforme daziarie del Canning. Teoria e pratica inglese trovavano un campo abbastanza favorevole in Piemonte: le teorie venivano diffuse e discusse nello rivisto e nella accademie, una politica commerciala più liberista era sempre stata suggerita al Piemonte dalla sua posizione ed una tale tendenza era stala rafforzala dall'annessione di Genova av2)
Col manifesto camerale del 17 marzo 1834 venne adottata la prùda ridu­zione dei dazi ani grani introdotti dai confini di terra, riduzione che sollevò un nugolo di proteste.') L'anno dopo, col Manifesto Camerale del 7 aprile 1835, fa pubblicata una nuova tariffa che estese la revisiona dell'indirizzo protezioni­stico anche al settore industriale.
Più che una riduzione dei dazi di importazione o di esportazione, la tariffa del 1835 apportò notevoli innovazioni e miglioramenti nel regime del commercio estero e nella forme di protezione indiretta. Uno dei criteri fondamentali fu la riduzione dei dazi d'importazione sulle materie prime e semilavorati non pro­dotti localmente, e la riduzione dei premi all'esportazione e dei draw baca o restituzioni sui prodotti finiti, di cui godevano molte produzioni industriali. Mal­grado la riforma aia stata giudicata nel complesso modesta e poco rispondente
l) GIACOMO GIOVANETTI, Detta Ubera introduzione dette biade in Piemonte e fletta libera estrazione della seta grezza del Piemonte, riportate da M. ROMAICI, ep. ctl. p. 87.
3 Boocuo O'AJAXO, op. cìc., p. 461.
3) Le proteste provocarono nel 1836 una inchiesta amminutrativa che ebbe esito negativo per i fautori della protezione, la limitazione del provvedimento ni grani importati vi;, terra e quindi alla Lombardia (a pensare che lo stesso fosse conseguenza del Trattato eoa l'Austria del 1831, che segno un ravvicinamento alla politica d'inicgraziono austriaca e di distacco dalla Francia, o quantomeno si sperava poter ottenere dalla stessa le agevola­zioni arno allora rifiutate per l'introduzione in Lombardia dei vini, bestiame e formaggi piemontesi.